Le regioni nelle quali l’artigianato è stato falciato senza risparmio sono l’Abruzzo (-3,2%), il Molise (-3,3%), la Basilicata (-3,0%), la Sicilia (-2,8%) e la Sardegna (-2,8%).La decimazione si è accanita principalmente su tre settori: le costruzioni, che con una diminuzione di 15.646 imprese (-2,8%) sono il comparto in cui l’artigianato continua a pagare il prezzo più alto alla crisi; la manifattura (-6.708 imprese pari al -2%) e i trasporti (-2.830 imprese pari al -3%).”Sono cifre che debbono far riflettere tutti – conclude la nota della Cna – dopo otto anni di crisi la fiducia delle imprese e delle famiglie, secondo i più grandi e recenti indicatori, appare in crescita. Per fortuna. Un clima positivo può aiutare molto la ripartenza dell’economia e delle imprese. E’ altrettanto evidente, però, che, senza rapidi e incisivi interventi di riforma rischiamo un altro anno durissimo”.