Corse di Formula 1, settimane bianche in Val d’Aosta e viaggi in aereo di Stato con partner e famiglie a seguito. E, a volte, anche con musicanti. Sono ricche le cronache che hanno portato alla ribalta premier, ministri, presidenti delle due Camere e alte personalità politiche-istituzionali, che si sono serviti di mezzi di trasporto statali per questioni più o meno private. Autoblu e voli di Stato, d’altronde, sono stati sempre nel mirino dell’opinione pubblica. E oggi più che mai.
“Rea” la tanto strillata politica grillina sull’anti-casta che non solo ha reso più spinosa l’annosa questione, ma forse per cecità politica o altro, ora gli stessi grillini rischiano di divenire vittime dei loro stessi strilli. Avendo assunto ruoli istituzionali, infatti, o per cerimoniale o sicurezza pubblica, ministri e presidenti pentastellati non possono fare almeno di voli di Stato e autoblu. Come, d’altronde, i componenti di governo e altre alte cariche istituzionali. E così, pur essendo trascorso qualche mese, sembrano lontani anni luce gli spostamenti a piedi, in autobus, come anche in utilitaria o in taxi, di seguaci di Beppe Grillo. L’ultima polemica è scoppiata con il viaggio a Mosca del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in occasione della finale dei Mondiali di calcio.
Una presenza a Mosca, secondo il leader leghista, “organizzata e ospitata dalla Fifa e non c’è stato alcun volo di Stato”. Già, i voli di Stato, spesso costellati di misteri e animati da fiumi di soldi pubblici. Non si può non ricordare il mega-jet noleggiato dall’ex premier, Matteo Renzi. Un Airbus 340-500 che porta abitualmente più di 300 passeggeri. Si parla di una spesa da circa 150 milioni e che lo stesso Renzi aveva annunciato in pompa magna nel 2015: “Ad ottobre andremo in Sudamerica con un aereo più grande, con il Wi-Fi, l’abbiamo già ordinato…”. Con il mega-jet, però, Renzi non ha mai viaggiato. Ma ha viaggiato con un Falcon 900, quando il 30 dicembre del 2014 ha decollato con la famiglia da Firenze, atterrando in Val d’Aosta per trascorrere una settimana bianca. L’aereo, che fa parte della flotta di Stato, ha un costo operativo di 9mila euro l’ora. Nel 2013, polemiche ha scatenato anche il viaggio di Laura Boldrini in Sudafrica. L’allora presidente della Camera, non era stata ufficialmente invitata, ma ha deciso di sfruttare il “passaggio” dell’aereo presidenziale per prendere parte ai funerali di Nelson Mandela.
E l’ha fatto, con una delegazione nutrita, composta non soltanto dal proprio staff istituzionale, ma anche dal proprio compagno. Apriti cielo. E ancora. Nella lista degli “abusivi” c’è anche Clemente Mastella. L’attuale sindaco di Benevento, nel 2007, era Guardasigilli, e il viaggio con suo figlio a bordo di un volo istituzionale per assistere al Gran Premio di Formula 1 a Monza, aveva scatenato un vespaio. “Approfittai solo di un passaggio e feci risparmiare le casse pubbliche, perché il giorno seguente avevo un incontro a Brescia legato alla mia attività di ministro” si era giustificato allora, l’ex titolare della Giustizia. Per la cronaca, è stata chiesta archiviazione. Anche Silvio Berlusconi è stato sorpreso con le “mani nella marmellata”.
L’ex premier, nel 2009, è finito nella bufera per aver preso a bordo di un aereo blu, tra gli altri, il suo amico-musicante, Mariano Apicella. Un capitolo a parte va dedicato ad Angelino Alfano. L’esponente del governo Renzi, nel 2017, ha più volte usufruito del volo di Stato in qualità di capo della Farnesina. Ebbene, il ministro più longevo dall’inizio della Repubblica, per il numero di anni rimasto in sella, è salito sull’aereo blu 102 volte. Ma, il leader di Ap, ha anche usato talvolta l’aereo di Stato per tornare nella “sua” Sicilia, atterrando all’aeroporto di Trapani, a quello di Palermo o di Catania. In pratica, lo scorso anno, Alfano ha volato ogni 3,5 giorni. E, nei primi dieci mesi del 2016, quando era ministro dell’Interno, invece, aveva chiesto di poter volare con la flotta blu 91 volte.