Oltre 280 mila ettari di cui più di 41 mila seminati a cereali, quasi 9.000 produttori esclusivi. Sono alcuni numeri che rendono la Sicilia prima assoluta a livello nazionale nel comparto biologico. Un primato che gli imprenditori agricoli hanno definito da anni con scelte consapevoli e che oggi sta offrendo lavoro anche nel settore della trasformazione e in quello commerciale visto che fino a qualche anno fa di tutte le produzioni biologiche nell’Isola non rimaneva nulla. Lo rileva Coldiretti Sicilia allarmata dal blocco dei pagamenti deciso dalla Regione delle somme assegnate con il bando del Programma di sviluppo rurale 2007 – 2013 e dalla presunta richiesta di restituzione che sta rimbalzando da più parti dopo l’ordinanza di esecuzione del Tar causata da un ricorso da parte di chi non è entrato in graduatoria.
Per Coldiretti Sicilia si evidenzia “solo un rimpallo di responsabilità di cui certo non possono pagare le conseguenze gli imprenditori e per questo – affermano il presidente e il direttore, Alessandro Chiarelli e Prisco Lucio Sorbo – chiediamo un intervento chiarificatore dell’Assessore regionale dell’agricoltura che rassicuri tutti gli operatori. Questa è una vicenda che non riguarda solo il settore agricolo. Questa è un’emergenza sociale in considerazione delle aziende che hanno ricevuto somme determinanti per l’attività e adesso sono in attesa di quelle dell’annualità 2015 – aggiungono – . Quindi, non solo ancora questi soldi non arriveranno, ma giunge la doccia fredda della presunta restituzione delle annualità percepite. È inoltre bene ribadire che non si tratta di contributi bensì di compensazioni per i maggiori costi e il minor reddito determinati dalla conversione in biologico. Gli imprenditori hanno ottemperato a tutti gli impegni richiesti dalla normativa e quindi non è concepibile imputare loro qualsiasi responsabilità e conseguenza. L’assessore sciolga questi nodi e restituisca la serenità agli operatori”.