Dopo 2 anni di stop per manutenzione, il Large Hadron Collider del Cern di Ginevra ha ripreso la sua attività raggiungendo oggi l’obiettivo che il team internazionale si era dato: collisioni tra protoni accelerati all’energia record di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV). Una potenza mai raggiunta prima, quasi il doppio di quella che nella sua prima fase di attività ha permesso a LHC tre anni fa di scoprire il bosone di Higgs. “I primi tre anni di attività di LHC, che sono culminati nella maggiore scoperta nel luglio 2012, sono solo l’inizio del nostro viaggio. E’ tempo per una nuova fisica – ha dichiarato a caldo il direttore generale del Cern Rolf Heuer – . Abbiamo visto i primi dati cominciare a scorrere. Vediamo cosa questi ci riveleranno sul funzionamento del nostro universo”. Si apre dunque la fase 2 (Run 2) del Large Hadron Collider con i quattro esperimenti Alice, Atlas, Cms e LHCb che iniziano a raccogliere stabilmente i dati prodotti nelle collisioni ad altissima energia per i prossimi 3 anni aprendo nuovi orizzonti sull’universo subnucleare. C’è grande eccitazione per questa nuova stagione di LHC non solo tra i ricercatori, tecnici e ingegneri che lavorano a LHC, – sottolinea l’Infn in una nota – tra cui circa 1.500 italiani, la metà coordinati dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ma all’interno della comunità mondiale della fisica delle particelle. “È davvero con grande soddisfazione che assistiamo all’inizio del RUN2, una nuova avventura per LHC: l’impegno che gli Stati membri del Cern e la comunità scientifica internazionale hanno dedicato per decenni all’impresa è ora coronato da questa nuova conquista scientifica e tecnologica di LHC, in cui l’Italia ricopre un ruolo di primo piano”, commenta Fernando Ferroni, presidente dell’Infn.
“Gli scienziati sono abituati a lavorare ai confini della conoscenza, i fisici lo sanno bene, soprattutto dopo aver messo le mani, alla fine di una caccia durata mezzo secolo, sull’ormai famoso bosone di Higgs: una scoperta che, lungi dal rappresentare un punto di arrivo per la fisica moderna, è piuttosto uno stargate, un vero e proprio portale verso la Nuova Fisica, oltre il cosiddetto Modello Standard”. “Dopo il lungo stop necessario al consolidamento delle infrastrutture, LHC inizia oggi a produrre stabilmente collisioni protone-protone alla più alta energia mai raggiunta, 13 TeV, e gli esperimenti hanno appena completato un lungo lavoro di miglioramento degli apparati per affrontare la nuova energia e le elevate intensità previste nel RUN2”, commenta Francesco Forti, a capo dell’LHC Committee (LHCC), il comitato di controllo e indirizzo del programma scientifico dell’intero progetto LHC. Il comitato, aggiunge Forti, “si riunisce proprio questa settimana per esaminare i piani degli esperimenti per la raccolta e analisi dei dati, in modo da produrre le misure previste e individuare il più rapidamente possibile gli eventuali segnali di nuove particelle”.
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA