Duro colpo della Polizia alla mafia di Catania. Quattordici misure cautelari sono state emesse dalla Procura Distrettuale Antimafia etnea, nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, usura, detenzione e porto illegale di armi e reati in materia di stupefacenti, con l’aggravante di aver agevolato il clan Santapaola-Ercolano.
La indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania hanno consentito di delineare l’organigramma, decapitandone i vertici, del clan Santapaola-Ercolano – gruppo di “San Cocimo”.
Sono stati scoperti diverse estorisioni, l’imposizione del sevizio di security in locali notturni di Catania e intestazione fittizia di beni. Le indagini hanno riguardato un arco temporale che va da giugno del 2016 al maggio 2017 e hanno consentito di ricostruire le attività illecite del gruppo radicato nella zona della città compresa tra piazza Machiavelli ed il “Castello Ursino”, storicamente capeggiata da Maurizio Zuccaro, elemento di spicco del clan Santapaola-Ercolano. Le indagini sono scattate dopo la denuncia presentata nel giugno del 2016 da uno dei titolari della società che gestiva un parcheggio nei pressi dell’aeroporto Fontanarossa, che ha dichiarato di avere ricevuto una telefonata in cui un anonimo chiedeva 100.000 euro, “se no facciamo saltare tutto in aria”.
Dalle indagini è emerso che Giuseppe Verderame e Simone Giuseppe Piazza erano gli autori della tentata estorsione. Tra le fila del gruppo mafioso c’erano anche la moglie ed i figli di Maurizio Zuccaro. Quest’ultimo, anche se detenuto, continuava ad impartire ordini dal carcere, acquisendo anche quote di partecipazione in attività economiche che venivano intestate a prestanome. Il gruppo aveva poi costretto il gestore e l’amministratore di una nota discoteca catanese ad affidare loro il servizio di sicurezza, assumendo come addetti loro familiari ed altri appartenenti al clan, e a versare la somma di 3.000 euro.