Colpo di Stato in Turchia, uccisi 17 poliziotti. Il premier Yildirim: “Diversi golpisti sono stati catturati”
IL GIALLO TURCO Carri armati e militari in strada, proclamati il coprifuoco e la legge marziale. Il presidente turco si appella ai cittadini: “Sono ancora il presidente, resistete al golpe” di Maurizio Balistreri
di Maurizio Balistreri
Alcuni capi del complotto per il colpo di stato militare in Turchia sarebbero stati arrestati: lo ha annunciato il primo ministro Binali Yildirim. “Diversi golpisti sono stati catturati, la democrazia vincera’”, ha affermato il premier. “Questa notte la Turchia e’ ben sveglia, e si trova nelle strade. E’ il popolo che ci ha conferito il potere, ed e’ soltanto il popolo che ci levera’ di mezzo”, ha aggiunto. Frattanto, stando all’emittente televisiva ‘Cnn Turk’, i soldati che avevano circondato l’aeroporto internazionale ‘Kemal Ataturk’ di Istanbul si sarebbero ritirati, e nello scalo starebbero adesso riversandosi migliaia di cittadini contrari al putsch. Yildirim ha definito gli insorti “membri di un’organizzazione terroristica”, aggiungendo che un atto del genere non puo’ essere perpetrato “da chi ha giurato fedelta’ alla bandiera”. Il premier turco ha pero’ rifiutato di rispondere alla domanda di un reporter, il quale gli aveva chiesto se fosse vero o meno che il capo di stato maggiore Hulusi Akar era stato fatto prigioniero. Commentando il comportamento della folla scesa in piazza dopo l’appello del presidente Recep Tayyip Erdogan, il capo del governo ha assicurato che “il Paese ha reagito”, sottolineando inoltre che “i nostri soldati sono gia’ in azione” e che “i teppisti autori di questo atto non rimarranno a lungo in liberta”.
Yildirim ha poi ringraziato per il sostegno i partiti di opposizione, invitando la popolazione a “mantenere la calma”, garantendo che il governo “e’ al lavoro” e riferendo che alcuni mezzi corazzati, inizialmente schierati nelle strade, si sarebbero infine ritirati. Il premier ha concluso con un augurio per la vittoria “del popolo turco e della democrazia”, e ha ribadito l’invito di Erdogan ai connazionali “a non dormire e a scendere in piazza”. Intanto, almeno diciassette poliziotti turchi sarebbero rimasti uccisi in scontri con i militari golpisti ad Ankara, secondo l’agenzia di stampa ufficiale ‘Anadolou’. Mentre alcuni capi del complotto per il colpo di stato militare in Turchia sarebbero stati arrestati a detta del primo ministro Binali Yildirim. “Diversi golpisti sono stati catturati, la democrazia vincera’”, ha affermato il premier. “Questa notte la Turchia e’ ben sveglia, e si trova nelle strade. E’ il popolo che ci ha conferito il potere, ed e’ soltanto il popolo che ci levera’ di mezzo”, ha aggiunto. Frattanto, stando all’emittente televisiva ‘Cnn Turk’, i soldati che avevano circondato l’aeroporto internazionale ‘Kemal Ataturk’ di Istanbul si sarebbero ritirati, e nello scalo starebbero adesso riversandosi migliaia di cittadini contrari al putsch.
I militari che hanno lottato di prendere il potere in Turchia hanno giustificato il tentativo di golpe con la “restaurazione dell’ordine costituzionale, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà, garantendo che la legge regni di nuovo nel Paese”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dal canto suo, si era collegato con la Cnn Turk per denunciare il tentativo “inaccettabile” di golpe da parte dei militari e ha chiamato il popolo turco “a scendere in strada” e difendere l’ordine costituzionale del Paese. “Sconfiggeremo” i golpisti, ha detto Erdogan da un luogo non precisato dove sarebbe stato messo “al sicuro” dai suoi fedeli. Un fatto è certo, le notizie sono ancora frammentarie, confuse. Ma le parole dello Stato maggiore dell’esercito turco non avevano lasciato spazio ad interpretazioni: “Abbiamo preso il controllo del Paese, abbiamo preso il potere per ristabilire l’ordine democratico e la libertà. Gli impegni e gli accordi internazionali presi dalla Turchia restano validi, lo stato di diritto rimarrà una priorità”. Poco prima era stato il premier BInali Yildirim a terrorizzare il mondo intero: “In Turchia è in corso un tentativo illegale di assumere il potere da parte di alcun militari, ma non ci riusciranno. Useremo la forza contro la forza. I responsabili pagheranno un prezzo altissimo “. Insomma, il giorno dopo la strage di Nizza, la Turchia ripiomba nel caos. Intanto è giallo su dove sia Erdogan. Ad Ankara l’esercito ha aperto il fuoco contro sedi della polizia e delle forze di sicurezza e avrebbero colpito anche il palazzo palazzo presidenziale, oltre ad occupare la sede centrale della radiotelevisione di Stato Trt, davanti a cui in tarda serata è stata udita una forte esplosione.
Non è chiaro chi e come stia conducendo questo colpo di Stato. I militari si sono proclamati “comiato dalla pace” e hanno dichiarato che la loro missione è “difendere i diritti umani”. Tutto sarebbe iniziato ad Ankara dove un elicottero d’attacco dell’esercito ha aperto il fuoco contro la sede dell’intelligence. Successivamente aerei F16 hanno cominciato a volare a bassa quota sulla città, mentre le strade sono state occupate dai carri armati. A Istanbul, invece, sono stati chiusi parzialmente i ponti sul Bosforo. Dall’Anatolia non è più possibile dirigersi verso l’Europa. Il premier turco ha detto che “i militari hanno circondato alcuni importanti edifici”. Soldati avrebbero assaltato la sede centrale del dipartimento di polizia di Istanbul intimando agli agenti di consegnare tutte le armi. Il presidente Erdogan “è al sicuro” e si è collegato in diretta, tramite Facetime, con la Cnn turca: “Sono ancora il presidente della Turchia ed il Commander in chief. Resistete al colpo di Stato nelle piazze e negli aeroporti”. Spari sono stati uditi nei pressi del palazzo presidenziale. La sede del suo partito, l’Akp, è stata occupata dai soldati. La tensione è altissima. Secondo fonti vicine al governo il Capo di Stato maggiore dell’esercito è “ostaggio di un gruppo di militari golpisti”. In particolare, riferisce ancora la Cnn, il generale Hulusin Akar sarebbe stato catturato insieme ai suoi ufficiali più fidati.
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Akar è stato nominato da Erdogan dopo che i vertici delle forze armate erano stati epurati con il processo “Ergenekon” (nome di una presunta organizzazione clandestina che si rifà alla dottrina laica di Ataturk ndr). Subito dopo che le prime notizie hanno iniziato a circolare i principali social network sono stati bloccati. I militari hanno fatto irruzione nella sede della tv di Stato turca e le trasmissioni sono state interrotte. I militari nelle strade di Istanbul hanno intimato alle persone di ritornare a casa e hanno proclamato il coprifuoco e la legge marziale. Il sindaco di Ankara avrebbe invitato i cittadini a scendere nelle strade. Bloccato l’aeroporto Ataturk che è stato circondato dai carri armati. Tutti i voli in partenza e in arrivo a Istanbul sono stati cancellati. Prima di quello di stasera la Turchia ha subito almento altri due colpi di Stato militari. Il primo nel maggio del 1960 quando il generale Cemal Gursel rimosse il presidente Cemal Beyar e il premier Menderes che venne fatto giustiziare. Il sistema civile venne ripristinato nell’ottobre del 1961. Vent’anni dopo, nel settembre del 1980, il generale Ahmet Kenan Evren instaurò una dittatura militare che durò fino al 1982. Intanto, dopo ore di silenzioBarack Obama interviene e si schiera al fianco del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Pur senza citarlo il presidente americano ha dichiarato che va sostenuto “il governo turco democraticamente eletto” e rivolgendosi a tutte le parti Obama si e’ appellato “per scongiurare le violenze e bagni di sangue”. Anche Angela Merkel si e’ schierata al fianco del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Steffen Seibert, portavoce del cancelliere tedesco, ha dichiarato che “l’ordine democratico deve essere rispettato”. In precedenza il presidente americano ha dichiarato che va sostenuto “il governo turco democraticamente eletto” e rivolgendosi a tutte le parti Obama si e’ appellato “per scongiurare le violenze e bagni di sangue”. Pure il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sta seguendo gli sviluppi della situazione in Turchia, in contatto con la Farnesina e con le capitali europee.
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