Secondo una nuova ricerca della CU Boulder, anche una leggera esposizione alla luce può far precipitare l’ormone fondamentale della melatonina nei bambini in età prescolare nell’ora prima di coricarsi, interrompendo potenzialmente il sonno molto tempo dopo che la luce si è spenta. “Il nostro lavoro precedente ha mostrato che nei bambini piccoli, un’intensità di luce abbastanza alta prima di coricarsi, smorza i livelli di melatonina di circa il 90%”, ha detto la prima autrice della ricerca Lauren Hartstein, dell’Università di Boulder, nel Colorado. “Con questo studio, siamo stati molto sorpresi di trovare un’elevata soppressione della melatonina in tutte le intensità di luce, anche quelle deboli”.
Per lo studio, gli esperti hanno arruolato 36 bambini sani, di età compresa tra tre e cinque anni, e hanno fatto indossare loro un monitor da polso che registrasse il sonno e l’esposizione alla luce per nove giorni. Per sette giorni i genitori hanno mantenuto la routine serale, per normalizzare gli orologi biologici dei bambini in modo che i loro livelli di melatonina aumentassero ogni sera all’incirca alla stessa ora. Durante l’ottavo giorno, i ricercatori hanno trasformato le case dei bambini in quella che hanno descritto come una “grotta” – con plastica nera alle finestre e luci soffuse. L’ultimo giorno di studio, ai bambini è stato chiesto di giocare su un tavolo luminoso nell’ora prima di coricarsi, una postura simile a quella di una persona che guarda un telefono o un tablet luminoso.
Rispetto alla notte precedente con luce minima, dopo una maggiore esposizione alla luce, la melatonina è stata soppressa dal 70% al 99%. Nonostante le cifre i ricercatori affermano che i risultati non implicano l’abbandono delle luci notturne. Tuttavia hanno ricordato ai genitori di spegnere i dispositivi e lo schermo prima che i bambini vadano a letto per favorire buone abitudini di sonno. “I bambini non sono solo dei piccoli adulti”, ha aggiunto l’autrice senior Monique LeBourgeois. “Questa maggiore sensibilità alla luce può renderli ancora più suscettibili ad un sonno disfunzionale e a riscontrare problemi nel sistema circadiano”.