Un codice etico per gli eletti alle cariche pubbliche e per gli amministratori ed i dipendenti della Regione siciliana. E’ stato varato all’unanimità dalla Commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana. Il codice in 38 articoli, è stato presentato oggi alla stampa e costituisce una sorta di testo unico tratto da norme di codici già pubblicati nell’ultimo decennio in ambito nazionale e regionale, in materia di condotta del personale delle pubbliche amministrazioni. Il documento regolamenta l’ineleggibilità e la decadenza, i conflitti d’interessi, i finanziamenti dell’attività politica per i deputati del parlamento siciliano, il presidente della Regione, gli assessori, i dirigenti, il personale dell’amministrazione regionale e dell’Ars. Coinvolti anche i collaboratori e i consulenti a titolo oneroso o gratuito, gli amministratori di enti, consorzi, comunità, aziende e società pubbliche sotto il controllo o la vigilanza della Regione Siciliana. Al contrario delle precedenti deliberazioni in materia, il codice etico – è questa la principale novità del ddl – prevede precise sanzioni in caso di inosservanza della condotte previste.
Stretta sui cambi di casacca. E’ vietato per i deputati eletti in un determinato gruppo, iscriversi ad altro gruppo parlamentare. Il deputato che non osserva la prescrizione subisce una sanzione pecuniaria, non potrà infatti portare con sè la quota che l’Ars destina al sostentamento del gruppo. Deroghe previste solo nei casi di scioglimento del gruppo parlamentare o in caso il passaggio sia autorizzato. Continenza verbale dei dipendenti. E’ vietato ai dipendenti della pubblica amministrazione rilasciare dichiarazioni che costituiscono grave pregiudizio per l’amministrazione regionale. I dipendenti pubblici in caso di mancata osservanza del codice saranno sottoposti a provvedimenti disciplinari che vanno dai richiami verbali al licenziamento.
I deputati rinviati a giudizio per reati di particolare gravità diventano ineleggibili alle cariche di componente dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, del Collegio dei questori e degli uffici di presidenza delle commissioni legislative e speciali. Se il provvedimento di rinvio a giudizio interviene per un deputato che ricopre una di queste cariche, decade con effetto immediato.
Per i parlamentari inosservanti sarà prevista invece l’esclusione dai ruoli interni del parlamento e dalle commissioni, una serie di sanzioni pecuniarie fino alla sospensione, che però dovrà essere erogata dalla magistratura. “È il frutto di un lavoro di oltre sette mesi, avvertivamo l’esigenza di dotare la nostra Regione di uno strumento di disciplina, nel tentativo di fornire risposte ad un problema annoso ed insoluto legato al difficile rapporto tra politica e morale- ha affermato il presidente della commissione Antimafia dell’Ars Nello Musumeci, presentando il codice ai giornalisti. Sentiamo il dovere di recuperare la credibilità perduta dalle istituzioni e riaffermare il primato e la bellezza di una politica responsabile e fattiva. Chiederemo ora alla presidenza dell’Ars una corsia preferenziale affinchè il provvedimento possa diventare legge in un paio di mesi al massimo”. Tra gli altri aspetti disciplinati dal codice, l’obbligo di riferire all’ Autorità giudiziaria ed ancora una serie di limitazioni che espressamente puntano ad agire a tutela della dimensione etica del ruolo.