Alla prima difficile prova dopo lo “scandalo nomine” esploso alla vigilia dell’estate, con le intercettazioni dell’inchiesta della procura di Perugia sul pm romano Luca Palamara, il Csm si spacca. Chiamata a indicare il nuovo procuratore generale della Cassazione, a quattro mesi dalle dimissioni di Riccardo Fuzio – indagato dalla stessa procura umbra per rivelazione di segreto d’ufficio – la Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei marescialli non e’ riuscita a convergere su un unico candidato, ma ne ha indicati addirittura tre. Due sono gli stessi sfidanti che nel 2017 uscirono sconfitti dal confronto con Fuzio: i procuratori generali di Roma e Napoli, Giovanni Salvi e Luigi Riello. Il terzo invece e’ un magistrato della stessa procura generale della Cassazione,l’avvocato generale Marcello Matera, ma e’ quello che al momento sembra avere meno possibilita’: in Commissione ha ottenuto un solo voto, contro i tre andati a Salvi e i due ottenuti da Riello. Almeno sulla carta il candidato favorito sembra il Pg di Roma, 67 anni, esponente di Magistratura democratica.
In Commissione hanno votato per lui il Presidente della Commissione Mario Suriano (di Area, la corrente delle toghe progressiste, in cui e’ confluita anche Md), il togato di Autonomia e Indipendenza Piercamillo Davigo e il laico del M5S Alberto Benedetti. Se i loro gruppi li seguissero compatti – ma questo e’ tutto da vedere, visto che appena ieri Autonomia e Indipendenza si e’ divisa sul tema caldo del passaggio di funzioni tra pm e giudici – Salvi potrebbe gia’ contare su un pacchetto di 12 consensi. Ha una base di partenza piu’ limitata il Pg di Napoli,che ha 65 anni: lo hanno sostenuto la consigliera Loredana Micciche’ (Magistratura Indipendente) e il laico di Forza Italia Michele Cerabona, i cui rispettivi gruppi possono contare rispettivamente su 3 e 2 voti. Non lo ha invece appoggiato Unicost, la sua corrente, che con il consigliere Marco Mancinetti si e’ espresso per Matera, che come Riello e’ stato segretario del gruppo di centro dei magistrati.
Una scelta, quella di Unicost, motivata dalla volonta’ di privilegiare per il vertice della procura generale della Cassazione una soluzione interna. Ma visto che si e’ trattato di un’indicazione solitaria, e’ possibile che in plenum i voti dei tre consiglieri del gruppo convergano su Riello, che a quel punto potrebbe trovare il sostegno anche dei laici che non hanno deciso come votare ( come ad esempio i due della Lega) e magari anche del presidente della Cassazione Giovanni Mammone, che e’ stato nella dirigenza di Magistratura Indipendente. Il nodo si sciogliera’ presto. Il voto del plenum potrebbe esserci gia’ la prossima settimana. Non si puo’ piu’ lasciare scoperto un ruolo cosi’ delicato,visto che il Pg della Cassazione e’ anche il titolare dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati ed e’ componente di diritto del Csm e del suo Comitato di presidenza del Csm: e’ questa la consapevolezza diffusa tra i consiglieri, anche alla luce dell’invito del capo dello Stato a trattare con la dovuta sollecitudine la nomina del successore di Fuzio. Una volta archiviata questa pratica, sempre la prossima settimana, in Commissione potrebbe cominciare la trattazione della nomina del procuratore di Roma, una scelta che sembra dividere i consiglieri come e forse piu’ di quella del Pg della Cassazione.