“La vicenda della discarica Cisma di Melilli denota un intreccio tra malavita organizzata e pubblica amministrazione riscontrato nella gestione di altri siti di smaltimento di rifiuti in Sicilia”. Lo ha detto a Siracusa, il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attivita’ illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Alessandro Bratti, al termine del sopralluogo nella discarica di Melilli e delle audizioni che hanno interessato i magistrati di Catania, i carabinieri del Noe, la Guardia di finanza, il prefetto di Siracusa, l’Arpa e il sindaco di Melilli. Sulla gestione della Cisma c’e’ stata, appena due mesi fa, un’operazione dei magistrati della Dda di Catania, denominata “Piramide”, che ha disvelato un traffico illecito di rifiuti e i legami con il clan mafioso Santapaola. Nell’inchiesta, che ha portato all’arresto di altre 14 persone, sono anche finiti funzionari regionali e un dirigente del Comune di Melilli. “Questa e’ una vicenda in cui c’e’ la presenza della malavita organizzata in maniera diretta, nonostante – spiega Bratti – qualcuno dica che non sia presente in Sicilia. Ma ci sono anche casi di corruzione nella pubblica amministrazione e un fenomeno di alterazione dei codici dei rifiuti, cioe’ di trattamenti illeciti che si riverberano in problematiche di carattere ambientale. Si e’ anche visto il coinvolgimento, in questa inchiesta, di periti di altre Procure, insomma c’e’ una vera attivita’ organizzata”.