Commissione parlamentare, cittadini a rischio uranio a causa attività Forze Armate
“Rischi minacciosi gravano persino su caserme, depositi, stabilimenti militari”
“Molteplici e temibili sono i rischi a cui sono esposti lavoratori e cittadini nelle attività svolte dalle Forze Armate, ma anche dalla Polizia di Stato e dai Vigili del Fuoco” per l’utilizzo o la presenza di uranio impoverito o amianto: “Basti pensare ai poligoni di tiro presenti sul territorio nazionale nei quali la mancata o tardiva bonifica dei residui dei munizionamenti impiegati nelle esercitazioni ha prodotto rischi ambientali in danno di quanti sono chiamati ad operare o a vivere nel loro ambito”. Lo scrive la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito, nella sua relazione finale, presentata oggi alla Camera. “Per quanto riguarda i rischi da esposizione alle radiazioni ionizzanti del personale delle Forze Armate, sono emersi ulteriori dati. A seguito dell`esame testimoniale reso dal Maresciallo in congedo Giuseppe Carofiglio – prosegue la relazione – la Commissione ha ricevuto una nota del Comandante Generale della Guardia di Finanza del 26 ottobre 2017, che indica la detenzione/presenza di 576 proiettili ‘API’ realizzati con uranio impoverito. Tali proiettili sarebbero stati ‘smaltiti’ in un`esercitazione presso il Poligono militare di Torre Astura (Latina) nel 1994. Rischi minacciosi gravano persino su caserme, depositi, stabilimenti militari: sia deficienze strutturali (particolarmente critiche nelle zone a maggior sismicità), sia carenze di manutenzione, sia materiali pericolosi”.