Commissione Ue: solo il Pkk nella lista europea dei terroristi, non altri curdi

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“La Finlandia e la Svezia condannano senza ambiguità tutte le organizzazioni terroriste che perpetrano attacchi contro la Turchia”. La rabbia dei curdi: un tradimento VIDEO

pkk Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan

Nella lista comune dell’Ue delle organizzazioni terroristiche c’è il Partito dei lavoratori curdi (Pkk) ma non ci sono né le due organizzazioni sorelle curde siriane Ypg (“Syrian Kurdish People’s Protection Units”) e Pyd (“Democratic Union Party”), né il movimento islamista turco guidato da Fethullah Gulen (esiliato negli Qtati uniti dal 1999), che il governo di Ankara definisce come Feto (“Fethullah Terrorist Organisation”). Lo ha confermato oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa della Commissione europea, peter Stano, portavoce dell’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell. Le tre organizzazioni non presenti nella lista comune Ue sono menzionate esplicitamente nel “Memorandum trilaterale” firmato martedì a Madrid, a margine del vertice Nato, dai ministri degli Esteri di Finlandia, Svezia e Turchia, che ha scongiurato la minaccia di veto da parte di Ankara contro l’adesione dei due paesi nordici all’Alleanza atlantica.

“Come futuri alleati della Nato – si legge nel paragrafo 4 del Memorandum -, la Finlandia e la Svezia estendono il loro pieno appoggio alla Turchia contro le minacce alla sua sicurezza nazionale. A questo fine, la Finlandia e la Svezia non forniranno sostegno all’Ypg/Pyd, e all’organizzazione descritta come Feto in Turchia”. Inoltre, si continua il Memorandum, “La Finlandia e la Svezia condannano senza ambiguità tutte le organizzazioni terroriste che perpetrano attacchi contro la Turchia”. “Nell’Ue – ha detto Stano -abbiamo definito una lista comune fra noi delle organizzazioni terroristiche. Se consideriamo che un’organizzazione ha carattere terroristico la mettiamo nella lista, con una decisione che è presa sempre all’unanimità degli Stati membri”. Il portavoce ha poi precisato: “La lista è pubblica, ma posso confermare che per l’Ue solo il Pkk è nella lista, indicato come organizzazione terroristica”.

Anche se non sono più menzionate esplicitamente, alle tre organizzazioni non presenti nella lista Ue sembrano riferirsi molti altri passaggi del Memorandum trilaterale, in cui si afferma la volontà di cooperare nella prevenzione, repressione e intelligence anti terrorista da parte dei tre paesi e di facilitare l’estradizione delle persone accusate di terrorismo. In diversi altri paragrafi si parla di “tutte” le organizzazioni terroristiche, e non solo del Pkk, con un riferimento implicito anche all’Ypg/Pyd e al movimento gulenista, che è sostanzialmente un movimento politico di opposizione criminalizzato come “terrorista” dal regime autoritario del presidente turco Recep Tyyp Erdogan. Al paragrafo 5, ad esempio, si legge che “la Finlandia e la Svezia si impegnano a impedire le attività del Pkk e di tutte le altre organizzazioni terroristiche a le loro estensioni, così come le attività da parte di individui affiliati e gruppi ispirati o reti legate a queste organizzazioni terroristiche”. I tre paesi “hanno concordato di aumentare la cooperazione per impedire le attività di questi gruppi terroristi. La Finlandia e la Svezia respingono gli obiettivi di queste organizzazioni terroristiche”.

La rabbia dei curdi:  è un tradimento

L’accordo raggiunto con la Turchia di Erdogan affinché togliesse il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato ha un prezzo. Le concessioni fatte al presidente turco riguardano principalmente “la lotta al terrorismo”, come si legge nell’intesa. Che per Erdogan significa la lotta contro i militanti curdi, quelli del Pkk e ma anche quelli delle milizie Ypg, che hanno avuto un grande ruolo contro i terroristi dell’Isis, loro la battaglia di Kobane. “È un tradimento contro la lotta del popolo curdo per la pace e la libertà, per i propri diritti nazionali”, ha commentato da Stoccolma Ahmed Karamus, co-presidente Congresso Kurdistan. “È chiaro che la Svezia ha il diritto di tenere conto della propria sicurezza politica nazionale e di prendere qualsiasi decisione – ha aggiunto, con la consapevolezza che la scelta è avvenuta a causa della minaccia russa dopo l’invasione dell’Ucraina – ma il prezzo è stato la lotta e i diritti del popolo curdo, sono loro che ne pagano oggi le conseguenze”. “Ogni curdo si sente preoccupato e deluso per quello che è successo. Non ci aspettavamo che il governo svedese si impegnasse in questo tipo di accordo”.