La Commissione europea e’ stata di parola, e ha proposto oggi a Bruxelles, con una rapidita’ record, le nuove “misure di esecuzione” per l’abolizione dei sovraccosti del roaming nella telefonia mobile per chi viaggia nell’Ue, gia’ prevista in principio dalla legislazione comunitaria a partire dal 15 giugno 2017. Le misure mirano a consentire l’uso all’estero di cellulari e smartphone alle stesse tariffe di casa (“Roam like at Home”), evitando, con una serie di salvaguardie, che si verifichino abusi ai danni delle compagnie telefoniche. Questi abusi consisterebbero, sostanzialmente, nell’uso permanente della Sim card di un paese che ha tariffe piu’ basse (o molti piu’ basse) rispetto allo Stato membro in cui risiede l’utente, senza che vi sia “un legame stabile” dello stesso utente con quel paese (per esempio perché e’ il suo paese d’origine o perché vi si reca o vi abita spesso per ragioni di lavoro, di studio, familiari, etc,). Un altro tipo di abuso paventato dalla Commissione e’ quello di un possibile “mercato nero” delle carte Sim, con il loro acquisto massiccio in un paese con tariffe basse e la loro rivendita in altri Stati membri che hanno tariffe piu’ alte. La proposta di oggi e’ stata varata appena 12 giorni dopo la clamorosa marcia indietro con cui, il 9 settembre scorso, un intervento d’autorita’ del presidente Jean-Claude Juncker aveva sconfessato e ritirato le precedenti misure di esecuzione proposte il 5 settembre dai suoi servizi, che erano state accolte con un diluvio di critiche da parte dell’opinione pubblica, della stampa e dell’Europarlamento.
Le misure ritirate avrebbero consentito alle societa’ telefoniche di limitare a 90 giorni all’anno il regime di roaming a costi aggiuntivi zero, e a non piu’ di 30 giorni continuativi. In pratica, i costi aggiuntivi avrebbero potuto essere imposti al 31esimo giorno di permanenza all’estero, costringendo l’utente a tornare in patria per poter usufruire ancora per ulteriori trenta giorni dell’abolizione dei sovraccosti del roaming, e questo per non piu’ di tre volte in un anno. La proposta di oggi, invece, non limita né il numero di giorni all’anno, né (come si prospettava in una possibile soluzione alternativa) il volume mensile di dati da scaricare senza pagare sovraccosti rispetto alla tariffa nazionale, quando si usano cellulari e smartphone all’estero. Solo in caso di abusi accertati in base al monitoraggio delle comunicazioni, le compagnie telefoniche potranno, dopo aver allertato l’utente, addebitargli dei sovraccosti per il roaming che comunque non dovranno eccedere i tetti fissati dalla Commissione: 4 centesimi di euro per minuto nelle chiamate, 1 centesimo per gli Sms, e 0,85 centesimi per Megabit di dati scaricati. Tuttavia, se l’utente obietta e non riconosce l’abuso, il caso viene rinviato alle competenti autorita’ nazionali indipendenti di regolazione (le Autorithy per le Tlc), che agiscono come organismi di risoluzione delle controversia e stabiliscono chi ha ragione.
La proposta della Commissione prevede anche un meccanismo di salvaguardia piu’ generale per le compagnie telefoniche, basato su un indicatore quantitativo preciso, nel caso di un rischio evidente di perdite di ricavi dovute al nuovo sistema: quando queste perdite si avvicinano al 5%, la compagnia interessata puo’ chiedere una deroga e tornare provvisoriamente a imporre i sovraccosti del roaming (sempre entro i tetti previsti dalla Commissione), se le autorita’ nazionali competenti accertano che la richiesta e’ fondata. Il nuovo sistema prospettato dalla Commissione – che entrera’ in vigore a partire dal 15 giugno 2017 – verra’ ora sottoposto alla discussione con gli Stati membri, le autorita’ nazionali di regolazione delle comunicazioni elettroniche e le altre parti interessate (in particolare le compagnie di Tlc). L’approvazione finale da parte della Commissione resta fissata, come precedentemente previsto, al 15 dicembre prossimo.