Il Sinodo si commuove sul racconto di un bambino che nel giorno della sua prima comunione, dopo aver ricevuto l’ostia, l’ha spezzata in due perchè voleva portarla al padre che non poteva riceverla in quanto divorziato risposato. La vicenda è stata riportata in aula da un vescovo, proprio mentre il Sinodo entra nel vivo della discussione sui divorziati risposati, e secondo quanto riferito da don Manuel Dorantes, collaboratore per la lingua spagnola del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, si è trattato di “un racconto molto emotivo”. Quello dei divorziati risposati che si riavvicinano alla Chiesa rimane un tema centrale del Sinodo. “Se non è l’unico soggetto, tutt’altro, bisogna riconoscere che la questione dell’accesso alla comunione per le coppie di divorziati risposati è ampiamente tornata nella valanga degli interventi nelle ultime 24 ore”, ha detto la responsabile in lingua francese per i briefing quotidiani della sala stampa vaticana, Romilda Ferrato.
Che ancora non ci sia visione comune lo dimostra il parere di Mons. Stanislaw Gadecki, arcivescovo di Poznan e presidente della conferenza episcopale polacca, che ha ribadito che l’episcopato polacco ha “escluso” l’ipotesi della comunione ai divorziati risposati. L’episcopato polacco fa ancora riferimento alla Familiaris consortio pubblicata da Giovanni Paolo II 1984, ha detto il presule, sottolineando che i divorziati risposati “non sono scomunicati, ma ci sono molteplici modi di partecipare alla vita della Chiesa” e riconoscendo che a volte “chi è escluso dalla comunione ha un desiderio di eucaristia più forte di chi può accedervi”. Il vescovo messicano, più in generale, ha ricordato che il Sinodo “non intende e non ha mai inteso arrivare a decisioni, che sono nelle mani del Santo Padre, al quale diamo le nostre riflessioni e i nostri punti di vista”. Molti dei padri, ha sottolineato da parte sua Bernd Hagenkord, collaboratore di padre Lombardi per la lingua tedesca, “sono intervenuti in difesa e per una chiarificazione della dottrina cattolica sul matrimonio e la famiglia, dicendo che è necessario riassumere in modo chiaro e univoca la visione cristiana del matrimonio, sottolineando che la Chiesa non ha l’autorità o il potere di cambiare la parola di Dio. Altri, d’altro canto, hanno sottolineato che seguendo l’insegnamento di Gesù la Chiesa non può escludere permanentemente alcuni fedeli dai sacramenti, perché non siamo funzionari di dogana che controllano la purità dei cristiani”. Si è trattato, ha riassunto Hagenkord, di “molti, molti interventi” che hanno mostrato un livello “sempre costruttivo e di alta qualità”.