Un capolavoro da 170 milioni di dollari o un falso d’autore: “Giuditta e Oloferne”, considerato da molti esperti un’opera fin qui perduta di Caravaggio, andrà all’asta il 27 giugno a Tolosa, la città francese dove la tela – custodita in una cantina – era stata scoperta nel 2014. Il quadro, a grandezza quasi naturale (1,75 per 1,44 metri), è stato restaurato in vista della vendita all’asta; tuttavia rimangono alcuni dubbi sull’effettiva autenticità della tela; la sua esistenza era nota dal carteggio di alcuni possibili compratori seicenteschi, ma non era mai venuto alla luce.
“Ci sono delle modifiche tra quello che vediamo a occhio nudo e ai raggi x, questo dimostra che il dipinto è il frutto di un processo creativo, con cambiamenti e variazioni: è la prova che è un originale” spiega Eric Turquin, l’esperto francese che ha seguito il restauro della tela. Le analisi hanno svelato che originariamente Giuditta volgeva lo sguardo verso Oloferne, come in una prima versione del quadro dipinta da Caravaggio nel 1602 e attualmente a Roma. Nessun copista si sarebbe mai preso la libertà di fare una modifica, cambiando la direzione dello sguardo: “Se è una copia, il copista è un genio” conclude Turquin.