Complotto contro il re di Giordania, arrestato il fratellastro del sovrano

L’ex principe ereditario afferma di essere stato messo agli arresti domiciliari per aver criticato il governo

Il re di Giordania Abdallah e il fratellastro, il principe Hamzah bin Hussein

Un sospetto “complotto” contro il re Abdallah II ha portato a una ventina di arresti eccellenti in Giordania. Tra questi anche il fratellastro del monarca, il principe Hamzah bin Hussein. Il principe, insieme ad altri, “progettava di minare la sicurezza e la stabilità” della Giordania, ha detto il vice primo ministro e ministro degli Esteri, Ayman Safadi, accusando formalmente il principe di sedizione, all’indomani della raffica di arresti. Hamza in un video ha affermato di essere stato costretto ai domiciliari nel suo palazzo e di non poter più comunicare con l’esterno. In conferenza stampa, Safadi ha riferito che sono state arrestate in tutto 16 persone. Secondo il vice primo ministro, Hamza “era in contatto con elementi stranieri e oppositori” in Giordania “con l’obiettivo di destabilizzare il governo e la famiglia reale”. Per questo “i servizi di sicurezza, attraverso indagini approfondite hanno a lungo monitorato le attività e i movimenti” del principe, di Sharif Hasan bin Zaid, membro della famiglia reale, dell’ex ministro delle Finanze ed ex capo di gabinetto della Corona Basem Awadallah e degli altri.

“Un’agenzia di intelligence straniera ha contattato la moglie del principe per organizzare un aereo per la fuga”, ha rivelato il ministro degli Esteri. Safadi ha poi assicurato che “sono stati compiuti sforzi affinché i fatti restassero all’interno della famiglia, ma alla fine non hanno avuto successo. Le autorità, ha spiegato, “sono intervenute dopo che dai sospetti si è entrati in una fase che va oltre la pianificazione e si parlava già del momento in cui agire”. Safadi ha poi detto che “l’operazione è ora conclusa” e non ha smentito le notizie di stampa secondo le quali Hamza abbia orchestrato un colpo di stato, ma ha sottolineato che “non si parla di arresti tra i membri delle Forze armate”. Fino all’intervento di Safadi, la stampa ufficiale aveva continuato a negare non solo l’arresto di Hamza, ma anche il suo coinvolgimento nel complotto. Poco prima anche la regina Nur aveva denunciato le “calunnie” contro suo figlio. Nur, quarta e ultima consorte del defunto re Hussein, ha affermato “di pregare perché la verità e la giustizia prevalgano per tutte le vittime innocenti”.

Secondo il Washington Post, tra gli arrestati ci sono diversi agenti dei servizi segreti. Fonti di intelligence locali citate dal quotidiano hanno parlato di una “cospirazione complessa e di vasta portata” che avrebbe coinvolto, oltre a esponenti della famiglia reale e dei servizi segreti, alcuni leader tribali fedeli a Hamza. “Seguiamo con attenzione le informazioni e siamo in contatto con le autorità giordane”, ha dichiarato in un comunicato il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price. “Il re Abdallah – ha sottolineato – è un alleato chiave degli Stati Uniti e ha tutto il nostro appoggio”. La corona saudita ha espresso il suo sostegno alle “decisioni del re e del principe Hussein bin Abdullah per proteggere la sicurezza e la stabilità del Paese contro ogni tentativo di sabotaggio”. “Solidarietà” è stata manifestata dalla Lega Araba. Anche la Turchia ha espresso “preoccupazione” e “forte sostegno” alla pace e alla prosperità di un Paese “chiave per la pace in Medio Oriente”. Il ministro israeliano della Difesa, Benny Gantz, ha ammonito che “gli eventi in Giordania sono affari interni. E’ un Paese con il quale siamo in pace. C’é una importanza strategica nelle nostre relazioni. Dobbiamo fare di tutto per preservare questa alleanza, che esiste da 30 anni”. “E’ negli interessi della sicurezza di Israele e faremo qualsiasi cosa per assistere economicamente la Giordania”.

L’Iran ha sottolineato “l’importanza della pace e della stabilità in Giordania” e “si oppone a qualsiasi interferenza straniera”. Hamza ha confermato che le persone arrestate sono suoi amici e ha negato di essere parte di un complotto. Ha sottolineato però che il regno hashemita “è piagato dalla corruzione, dal nepotismo e dal malaffare” e che a nessuno è consentito criticarlo. Privo di incarichi ufficiali, Hamza, 41 anni, è il primogenito della regina Nur, quarta moglie del defunto re Hussein, che aveva concepito Abdallah II con la seconda moglie, la principessa Muna. Hamza era stato nominato principe ereditario nel 1999 in linea con le ultime volontà di Hussein, ma nel 2004 Abdallah II lo aveva privato del titolo per assegnarlo al figlio maggiore, Hussein bin Abdullah. Ue segue da vicino eventi: pieno sostegno al re “L’Unione europea segue da vicino i recenti eventi in Giordania”, con la quale c’è una “partnership forte e solida”. “Continueremo a sostenere la Giordania e il suo popolo. L’Ue sostiene pienamente il re Abdullah II e il suo ruolo di moderatore nella regione”. Lo scrive su twitter Nabila Massrali, portavoce della Commissione europea per gli affari esteri.