Comunali 2016, inchiesta firme false a Carbonia: 22 indagati tra ex consiglieri e casalinghe

Nell’inchiesta della Procura di Cagliari, le anomalie riguarderebbero alcune liste civiche dell’opposizione

Sei ex consiglieri comunali di Carbonia, insieme con disoccupati, casalinghe e pensionati, sono indagati nell’ambito dell’indagine relativa alle liste elettorali presentate per l’elezione del sindaco della città sarda del 5 giugno 2016. Complessivamente sono 22 le persone finite nel registro degli indagati, dieci le liste coinvolte. Le indagini sono state condotte dai carabinieri a seguito di una segnalazione ricevuta dalla Prima sottocommissione elettorale che aveva notato irregolarità nelle dieci liste.

In particolare era stato riscontrato che alcuni nominativi erano ripetuti in più elenchi. I carabinieri della Compagnia di Carbonia hanno quindi fatto scattare gli accertamenti che hanno portato a indagate 15 persone tra operai, casalinghe e pensionati accusati di aver sottoscritto due liste elettorali; una persona è accusata di aver falsificato la firma del padre. I sei ex consiglieri comunali, invece, devono rispondere di falso ideologico. Secondo l’accusa avrebbero autenticato le firme di diversi elenchi. Nell’inchiesta della Procura di Cagliari, condotta dal pm Giangiacomo Pilia, le anomalie riguarderebbero alcune liste civiche dell’opposizione, collegate all’allora candidato sindaco Ugo Piano, che tuttavia non risulta indagato. Le amministrative di Carbonia erano state vinte a giugno dalla candidata del Movimento 5 Stelle, Paola Massidda, che aveva superato al ballottaggio il sindaco uscente del Pd, Giuseppe Casti. La lista del M5s non è coinvolta nell’inchiesta della Procura.