Dopo due anni di durissimo servizio militare (1953-55), concluse clandestinamente gli studi in teologia e il 7 aprile 1956 fu ordinato sacerdote a Scutari. In obbedienza al vescovo, si incardinò in diocesi, anche se nel cuore rimase profondamente francescano. Il 24 dicembre 1963, dopo la Messa di Natale, fu arrestato e portato nel carcere di Scutari, in cella d’isolamento. Condannato a morte, la pena fu commutata in 25 anni di lavori forzati. In prigione divenne padre spirituale dei carcerati e loro punto di riferimento. Il 22 maggio 1973 venne nuovamente condannato a morte come presunto istigatore di una rivolta, ma per la testimonianza a suo favore dei carcerieri la condanna non fu eseguita. La sua permanenza in carcere e ai lavori forzati durò in tutto 18 anni, dodici dei quali in miniera. Dopo la liberazione nel 1981, fu comunque considerato “nemico del popolo” e obbligato a lavorare nelle fogne di Scutari. Esercitò il ministero del sacerdozio clandestinamente, fino alla caduta del regime nel 1990. Da allora ha continuato a servire come umile sacerdote, in tanti villaggi, prodigandosi a riconciliare molte persone in vendetta e a portare la sua testimonianza.