Alla Camera preparano “la grande infornata”. Arriverà tra poche settimane il concorso per assumere altri dipendenti. Con le uscite degli ultimi anni, gli uffici di Montecitorio hanno perso un terzo del personale. Dunque la presidente Laura Boldrini e l’ufficio di presidenza hanno deciso di preparare un bando. La procedura è piuttosto lunga, prevede infatti che sia inviata una nota ai sindacati, poi toccherà al Comitato Affari del Personale elaborare un piano per le assunzioni e, infine, ci sarà la delibera dell’ufficio di presidenza. Secondo le indiscrezioni, la maggior parte delle assunzioni riguarderà consiglieri parlamentari e ingegneri informatici, oltre a tecnici, commessi e altri profili. Si prevede, ovviamente, un numero enorme di partecipanti: da sempre nell’immaginario collettivo lavorare alla Camera e al Senato è un sogno. Soprattutto per gli stipendi più alti, in media, di posti in aziende private, anche se negli ultimi anni c’è stato un taglio dei compensi. Eppure i dipendenti l’hanno spuntata sia sul “ruolo unico” sia sulle indennità. Il primo è stato salutato dai numero uno di Camera e Senato come “un’innovazione profonda nella storia della struttura parlamentare, un segno rilevante della sua capacità di autoriforma. Maggiore efficienza, un impiego più flessibile e razionale delle risorse, percorsi di carriera decisi non più dall’anzianità di servizio ma dal merito, secondo criteri di selettività e trasparenza”. Il “ruolo unico” prevede di uniformare compiti e stipendi dei dipendenti di Montecitorio e Palazzo Madama. Secondo i critici, MoVimento 5 Stelle in testa, di fatto blinda il trattamento giuridico ed economico dei funzionari dei due rami del Parlamento. “Ogni modifica futura ai loro stipendi – spiega Riccardo Fraccaro (M5S) – dovrà essere decisa non più come avviene oggi solo dalla Camera o dal Senato, ma da entrambi contemporaneamente. Servirà una maggioranza bulgara e di fatto non si potrà più tagliare”. Per quanto riguarda le indennità di funzione, invece, il discorso è diverso. Erano state bloccate ma i dipendenti hanno fatto ricorso all’organismo giurisdizionale della Camera composto da tre deputati (c’è l’autonomia) e hanno avuto ragione.
Dunque le voci retributive che dovrebbero essere previste per i dipendenti che svolgono particolari incarichi e che invece vengono distribuite a tutti (con poche eccezioni), sono state reintrodotte. Il segretario generale (il livello più alto dell’amministrazione) avrà 2.200 euro netti al mese in più, un capo servizio quasi 1.200 euro, un coordinatore di unità operativa di V livello 441 euro, un interprete-traduttore 378 euro. Avranno meno gli addetti alle segreterie del presidente, dei membri dell’ufficio di presidenza e del segretario generale: l’incremento dell’indennità di funzione sarà quasi 160 euro netti al mese. Secondo il MoVimento 5 Stelle, che ha denunciato l’aumento delle indennità, con questo provvedimento il Parlamento pagherà 3 milioni di euro in più ogni anno. Eppure era stata proprio la Boldrini a invitare i dipendenti di Montecitorio a essere “sempre più in sintonia con la realtà difficile che sta vivendo il Paese”. Ma contro le indennità non c’è stato niente da fare e i dipendenti possono tirare un sospiro di sollievo. Il cassiere, ad esempio, ha diritto all’ “indennità di maneggio e custodia valori”. Ma non è il solo. Ce l’hanno pure il vice cassiere, l’aiuto cassiere e l’addetto alla cassa, che peraltro possono contare già su buste paga sostanziose: da un minimo di 30 mila euro all’anno a un massimo di 100 mila (le indennità vanno, invece, da 48 a 193 euro netti al mese). Ma come sarà organizzato il concorso per essere assunti alla Camera? Prove scritte e orali che, assicurano a Montecitorio, sono “molto selettive, dirette a verificare il possesso di un patrimonio di conoscenze specialistiche relative a settori assai diversi tra loro, quali quelli giuridico, economico, finanziario, umanistico, linguistico e tecnico, in relazione ai diversi livelli e professionalità da reclutare”. Per i consiglieri parlamentari, per cui saranno previsti molti posti ci sarà un questionario a risposta multipla (“alla cui correzione si procede in modo automatizzato”) soprattutto di Diritto costituzionale, amministrativo, procedura parlamentare, dell’Unione europea e civile. Viene richiesto anche di conoscere la storia d’Italia dal 1848 ad oggi e una lingua straniera, da scegliere tra inglese, francese, tedesco e spagnolo.
“La prova orale consiste in un colloquio sulle materie oggetto della prova selettiva e su tutte le materie oggetto delle prove scritte. Nel corso della prova orale si procede altresì all’accertamento della capacità di utilizzo di un personal computer per la produzione di documenti, con particolare riferimento alle tecniche di ricerca, attraverso Internet, di dati e documenti disponibili presso i principali siti istituzionali”. C’è poi un’altra prova facoltativa, se il candidato conosce anche una seconda lingua straniera. L’identitik tracciato da Montecitorio del “perfetto dipendente” è preciso: “L’imparzialità caratterizza l’operato dell’intero corpo del personale della Camera, cosa che è necessaria e funzionale in un contesto parlamentare nel quale sono rappresentate le diverse forze politiche. Tale imparzialità riguarda i singoli dipendenti e l’apparato nel suo complesso, che, con elevati livelli di qualità professionale, svolge i propri compiti secondo metodi di lavoro, regole e procedure predeterminate. Le funzioni dei Servizi e degli Uffici sono assolte con tempestività, in relazione all’esigenza degli organi parlamentari di svolgere pienamente e senza alcun ritardo le proprie funzioni”. Insomma bisogna fare in modo che “le questioni tecniche non impediscano, né differiscano i tempi della decisione politica”. L’orario di lavoro? Deve garantire “l’esigenza di assicurare il pieno supporto all’attività degli organi parlamentari. Ai dipendenti è dunque richiesta la massima disponibilità sia in termini di durata e flessibilità della presenza in servizio”. È prevista l’incompatibilità con ogni altro incarico. Ai dipendenti non è, inoltre, consentito “esercitare commerci e industrie né accettare cariche di amministratore, consigliere, commissario, sindaco o simili, retribuite o meno, nelle società costituite a fine di lucro”.