Sicurezza peggiora per 1 impresa su 10, allarme usura

1

Trentuno mila pmi ad elevato rischio, fenomeno percepito in aumento al Sud

negoziochiuso saracinesca

Un’impresa su dieci del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022. Il dato è più accentuato al Sud (16%), per gli alberghi (18,1%), i bar (16%) e nel commercio al dettaglio alimentare (14,6%). A Palermo il valore è pari al 13,4%, a Roma è dell`11,9% e a Milano del 6,3%. E’ la fotografia scattata da Confcommercio nell’indagine su usura e fenomeni illegali diffusa in occasione della Giornata “Legalità ci piace!”.

Sono 31mila le piccole aziende del commercio e dei pubblici esercizi, oggi, ad elevato rischio usura. “Con un buon grado di fiducia – ha spiegato il direttore dell’Ufficio Studi dell’Associazione, Mariano Bella – questo numero si colloca tra 26mila e 46mila attività produttive”. In generale i costi dell’illegalità, da abusivismo fino a contraffazione e taccheggio, sono costati alle imprese, in termini di mancato fatturato, ben 23,7 miliardi di euro nel 2022. Considerando anche i costi per assicurazioni e spese difensive di vario generale la cifra sale a 33,6 miliardi. In totale i posti di lavoro regolari a rischio sono 268mila.

L`usura è, dunque, il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 25,9%) seguito da abusivismo (21,3%), estorsioni (20,1%) e furti (19,8%). Il trend è più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove si registrano percentuali più elevate e dove, in particolare, l`usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese. A Roma questo fenomeno è segnalato in crescita dal 28,5% degli imprenditori. Più di un imprenditore su cinque ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il “sentito dire” è decisamente più elevato al Sud (31,1%), a Palermo (31,9%), tra le imprese dei trasporti (29%) e del commercio al dettaglio non alimentare (26,4%), per i bar (26%).

Il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Una preoccupazione che è più accentuata al Sud (18,1%), a Palermo (19,8%), nel commercio all`ingrosso (18,4%) e al dettaglio non alimentare (18,3%). Di fronte all`usura e al racket il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 5,3% pensa di non poter far nulla. Questi dati sono significativamente più marcati al Sud. Le Forze dell`ordine (37,8%) e le Associazioni di categoria e Organizzazioni antiusura (22,9%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati. In particolare, il dato sulle Forze dell`ordine è più elevato tra le imprese dei trasporti (39,8%), mentre quello sulle Associazioni di categoria e Organizzazioni antiusura è più alto nella ristorazione (27%).

Oltre sei imprese su dieci si sentono penalizzate dall`abusivismo e dalla contraffazione soprattutto per via della concorrenza sleale e della riduzione dei ricavi. Il dato è decisamente più elevato al Sud (68,9%) e al Nord Ovest (68,3%), a Palermo (69%), nei trasporti (68,5%) e nel commercio al dettaglio alimentare (67,2%). L`82% delle imprese ha investito in misure di sicurezza, soprattutto in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. La percentuale è più alta nel Nord Est (84,4%), per gli alberghi (93,7%) e le tabaccherie (86%).