La Cop26, la conferenza Onu sul clima in corso a Glasgow è alla prima settimana di lavori ed è già stata bollata come un “fallimento” da parte dell’attivista per il clima Greta Thunberg. Vediamo se finora a Glasgow c’è stato solo un “bla bla bla” o se la conferenza, che dovrebbe chiudere venerdì prossimo, ha prodotto qualche risultato concreto. Impegni in termini di impegni nazionali per il taglio delle emissioni di anidride carbonica, la migliore notizia è arrivata dall’India, con il premier Narendra Modi che ha annunciato che il Paese, al momento il terzo maggiore inquinatore dopo Cina e Stati uniti, punta a generare la metà dell’energia che consuma da rinnovabili entro il 2030 e a raggiungere la neutralità carbonica nel 2070. Secondo gli esperti questo secondo target è estremamente ambizioso e, secondo la rivista Nature, molti ritengono che il sia probabile che l’obiettivo si riferisca alla sola Co2, mentre gli altri gas serra arriverebbero dopo. Tuttavia si tratta di un impegno significativo che contrasta con le vaghe promesse dell’Arabia Saudita, il secondo produttore di petrolio al mondo, e della Russia il secondo produttore di gas al mondo. In breve, molto resta da fare. Foreste Abbattere gli alberi contribuisce al cambiamento climatico perché elimina la copertura delle foreste, che sono fondamentali per assorbire l’anidride carbonica. Ogni minuti vengono abbattuti alberi corrispondenti a una superficie di trenta campi da calcio.
Un accordo per fermare questo incredibile ritmo di deforestazione – raggiunto martedì – è stato uno dei momenti più alti della prima settimana della Cop26. In base all’accordo, più di 100 leader mondiali hanno deciso di invertire il trend della deforestazione entro il 2030. Va sottolineato che il Brasile, il quale ha abbattuto enormi aree di foresta amazzonica, è tra i firmatari dell’intesa. Tuttavia gli osservatori obiettano che un precedente accordo internazionale del 2014 non ha rallentato in alcun modo la deforestazione. D’altro canto, per il rispetto dlel’intesa è stata mesa sul piatto una cifra di tutto rispetto: 19,2 miliardi di dollari in fondi pubblici e privati. Parte del denaro andrà ai Paesi in via di sviluppo per recuperare i terreni danneggiati e lottare contro gli incendi boschivi. Metano L’anidride carbonica è il motore principale del riscaldamento globale, ma il metano è un altro potente gas serra, i cui livelli in atmosfera si sono impennati negli ultimi dieci anni. L’impegno sottoscritto da oltre 90 Paesi, in rappresentanza di due terzi dell’economia globale, di ridurre le emissioni di metano di almeno il 30% rispetto ai livelli attuali è considerato un importante, pur se tardivo, passa avanti.
“Ridurre le emissioni di metano è una delle azioni più efficaci che possiamo intraprendere per ridurre il riscaldamento globale a breve termine e mantenerlo a 1,5 gradi centigradi”, ha affermato il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il metano viene emesso da pozzi di gas e petrolio, condutture, bestiame e discariche municipali e lo sforzo – guidato dagli Stati Uniti – coinvolgerà aziende che saranno obbligate a riparare le falle di oltre cinque milioni di chilometri di gasdotti. Significativamente, tuttavia, Cina, India e Russia non si sono impegnate a ridurre le proprie emissioni di metano. Carbone I gas serra prodotti dalla combustione del carbone rappresentano il contributo singolo più grande al cambiamento climatico. Emancipare il mondo dal carbone è considerato fondamentale per limitare l’aumento della temperatura del pianeta. “Penso che possiamo dire che la fine del carbone è in vista”, ha detto Alok Sharma, presidente britannico del vertice, descrivendo in dettaglio un accordo per eliminare gradualmente le centrali elettriche a carbone esistenti e fermare la costruzione di nuove. I firmatari dell’impegno non vincolante includono le principali banche e, ha affermato, “46 paesi … 23 dei quali si stanno impegnando a porre fine al carbone per la prima volta”.
Tuttavia dall’intesa mancano Australia, India, Usa e Cina. “Il punto chiave di questo annuncio deludente è che il carbone può sostanzialmente continuare a essere usato normalmente per anni”, ha dichiarato Jamie Peters, direttore delle campagne degli Amici della Terra al Guardian. Riscaldamento globale futuro l’Agenzia Internazionale per l’Energia, l’autorità mondiale per l’energia, ha reagito con un certo entusiasmo ali impegni presi finora. Nuove analisti dell’Aie mostrano che tutte gli impegni net zero presi finora e l’impegno globale sul metano presi dai firmatari limiteranno il riscaldamento globale a 1,8 gradi centigradi” ha twittato il numero uno Fatih Birol. Ma Selwin Hart, consigliere del segretario generale dell’Onu per il clima, gela gli entusiasmi. “Fatih, ho visto i tui numeri” ha detto al Glasgow. “Ma sulla base degli impegni nazionali presi il mondo è sulla strada di un riscaldamento di 2,7 gradi, una catastrofe”.