L’attuale strategia militare ucraina sembra ormai chiara: resistere all’offensiva russa nel Donbass mentre intensifica gli attacchi oltre confine. Nella notte tra martedì e mercoledì, una serie di droni ha colpito diverse regioni della Federazione Russa al confine con l’Ucraina, segnalando un cambio di tattica da parte delle forze ucraine. Le autorità russe hanno riferito di aver abbattuto dodici droni, ma altri hanno raggiunto i loro obiettivi, provocando danni nelle regioni di Voronezh e Rostov, mentre continuano gli scontri a terra nel Kursk e al confine con Belgorod.
Gli attacchi ucraini
Nella regione di Voronezh, i residenti di due località sono stati evacuati dopo che un drone ha provocato un incendio vicino a strutture contenenti sostanze infiammabili. Il governatore Alexander Gusev ha spiegato che il drone è stato intercettato elettronicamente nel comune di Rossosh, senza causare vittime o danni significativi. Tuttavia, nella regione di Rostov, un deposito di carburante è stato colpito da droni, scatenando un incendio nel distretto di Kamensky. Fortunatamente, non si sono registrati feriti, e i vigili del fuoco sono riusciti a domare le fiamme prima che potessero minacciare le abitazioni vicine.
La risposta russa nel Donetsk
Parallelamente, l’esercito russo continua a premere nel Donbass, in particolare nel Donetsk, dove ha conquistato ulteriori territori. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso le difficoltà sul campo, definendo la situazione attorno alla città di Pokrovsk, un importante snodo logistico, come “estremamente difficile”. Le forze russe stanno concentrando i loro sforzi in questa area cruciale, mentre continuano gli attacchi anche nella regione di Sumy, dove un raid ha distrutto un sistema lanciarazzi Himars e sei set di munizioni. Mosca ha inoltre ribadito che non ci sarà alcuna tregua nei territori occupati, nonostante i recenti tentativi di Zelensky di proporre un piano di pace ai candidati alla presidenza statunitense.
La Nato e l’Ue
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha esortato gli alleati a intensificare gli sforzi per sostenere l’Ucraina nella sua resistenza contro l’avanzata russa. Ha sottolineato come l’Ucraina continui a intercettare quotidianamente missili russi, salvando innumerevoli vite, ma ha avvertito che la capacità di Kiev di mantenere le proprie difese richiede un maggiore supporto internazionale. Al vertice Nato di luglio, diversi alleati hanno annunciato l’invio di ulteriori sistemi di difesa aerea, tra cui batterie di Patriot, e hanno concordato di fornire almeno 40 miliardi di euro di assistenza alla sicurezza nel prossimo anno. Nel frattempo, in Europa si discute la possibilità di svolgere addestramenti militari direttamente su suolo ucraino. Secondo un documento del servizio europeo per l’azione esterna, citato da Die Welt, l’UE sta valutando l’eventualità di inviare istruttori in Ucraina.
Tuttavia, questa mossa potrebbe aumentare il rischio di coinvolgimento diretto dei Paesi Nato nel conflitto, soprattutto in caso di incidenti con l’esercito russo. Il documento sottolinea che una decisione in tal senso richiederebbe un’attenta analisi dei rischi e delle possibili misure di mitigazione, oltre a un consenso politico tra i Paesi membri. Finora, l’addestramento delle truppe ucraine è avvenuto fuori dal Paese, nell’ambito di una missione europea che ha già formato 60.000 militari ucraini. Tuttavia, Kiev ha chiesto che l’addestramento venga svolto in patria, una richiesta che ha sollevato divisioni all’interno dell’UE. In conclusione, mentre l’Ucraina cerca di bilanciare la difesa interna con attacchi mirati contro obiettivi russi, la comunità internazionale si trova di fronte a decisioni cruciali che potrebbero influenzare l’evoluzione del conflitto.