Consegnati in Sicilia 210 beni confiscati. Postiglione: caso Saguto? Prima verificare

Sono 210 i beni, tra appartamenti e terreni confiscati alla mafia, consegnati oggi per essere destinati i primi all’emergenza abitativa ed i secondi per finalita’ sociali, agli amministratori di 24 comuni delle province di Catania, Messina, Ragusa, Agrigento, Catanissetta ed Enna. A ‘consegnarli’ e’ stato il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia, prefetto Umberto Postiglione nel corso di una cerimonia ad Aci Castello. Al sindaco della cittadina del Catanese, Filippo Drago, Postiglione ha consegnato l’Hotel Cristal, che diventera’ sede del Comando della Polizia municipale e’ che continuera’ ad ospitare la sede della Riserva marina protetta ‘Isole Ciclopi’. All’agenzia del Demanio, per le diverse forze di polizia, sono stati consegnati 11 immobili da destinare ad alloggi di servizio e alla realizzazione della nuova caserma dei carabinieri di Militello Val di Catania.

In merito all’inchiesta della Procura di Caltanissetta che ha coinvolto, tra agli altri, la presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, il prefetto ha detto: “Non conosco i fatti che sarebbero imputati alla dottoressa Saguto e agli altri. Non ho elementi per poter dare risposte e non so nemmeno di cosa dobbiamo occuparci per impedire che cosa? Prima verifichiamo che cosa e’ successo. Quando e’ certo quello che e’ successo, sapremo pure contro cosa ci dobbiamo muovere”. “Per parte mia – ha aggiunto Postiglione – ho un rapporto estremamente semplice attraverso i miei collaboratori con coloro che sono gli amministratori giudiziari. Noi chiediamo a loro quando arrivano di fare una relazione sulla tenuta del bene. Se da quella relazione e dai dialoghi successivi emergono fatti che non ci convincono, perche’ puo’ capitare che ci sia stata la possibilita’ di scelte che non condividiamo, li possiamo sostituire e tra l’altro quando li nominiamo noi applichiamo le tariffe piu’ basse che ci siano, quelle del tribunale di Reggio Calabria, per cui certe volte gli stessi amministratori giudiziari, che magari hanno altre procedure, rinunciano a diventare collaboratori dell’agenzia”.

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