Francesco Lo Voi resta a capo della Procura di Palermo. Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar del Lazio che il 21 maggio scorso aveva annullato la nomina, deliberata dal Csm, di Francesco Lo Voi. Il Csm, assieme a Lo Voi, aveva presentato appello al Consiglio di Stato che il 17 giugno aveva accolto l’istanza sospensiva. Adesso i giudici amministrativi di secondo grado hanno valutato il merito della questione confermando Lo Voi al suo posto. Il ricorso al Tar del Lazio era stato presentato dal procuratore di Caltanissetta Sergio Lari e di Messina Guido Lo Forte. Secondo la sezione prima quater del Tar laziale, il Csm non aveva motivato sufficientemente perche’ Lo Voi dovesse essere considerato “prevalente” rispetto agli altri due candidati, entrambi piu’ anziani di lui e titolari di incarichi di vertice in Direzioni distrettuali antimafia. Per il Consiglio di Stato l’accesso dei magistrati ad incarichi direttivi va riconosciuto anche a coloro che non abbiano mai svolto, in precedenza, queste funzioni, perche’ diversamente “non sarebbe possibile valorizzare le capacita’ di organizzazione del lavoro e di direzione desumibili dall’esercizio della funzione giudiziaria e, talora, anche extragiudiziaria”. Nella sentenza con cui viene accolto il ricorso del procuratore di Palermo, contro l’annullamento della sua nomina, deciso dal Tar del Lazio, si evince che il ripristino della validita’ della decisione con cui il Csm aveva preferito Lo Voi agli altri candidati, Sergio Lari (che poi aveva rinunciato al ricorso, dato che e’ stato nominato procuratore generale di Caltanissetta) e Guido Lo Forte, e’ legato alla diversa interpretazione delle regole, da parte dei giudici amministrativi di primo e secondo grado.
“I parametri di ragionevolezza o logicita’ – scrive il Consiglio di Stato – sono di esclusiva pertinenza del Csm, dato il loro carattere discrezionale, insindacabile da parte del giudice amministrativo, se non nelle ipotesi tassativamente previste dalla legge”. Il collegio presieduto da Riccardo Virgilio inoltre “non puo’ condividere l’assunto, sancito dal Tar, secondo cui sarebbero state sottovalutate le esperienze svolte nelle funzioni direttive e semidirettive da parte del dottor Lo Forte: al contrario, esse hanno consentito al plenum del Csm di esprimere un ottimo giudizio complessivo in favore del candidato”. Secondo i giudici di appello, che condividono la delibera del Csm del 17 dicembre 2014, con la quale Lo Voi fu nominato, il procuratore di Palermo “puo’ sicuramente vantare una maggiore cultura della giurisdizione, che costituisce senza dubbio una ricchezza del proprio bagaglio professionale, non egualmente riscontrabile in quello del dottor Lo Forte”. L’attuale procuratore di Messina ha poi “da sempre esercitato, seppure ricoprendo incarichi direttivi e semidirettivi nello stesso ufficio a concorso, le funzioni di merito in primo grado” e ha dunque “una visuale inferiore delle problematiche connesse all’assetto del settore requirente ed alla gestione delle risorse dell’intero distretto palermitano”. Lo Voi vanta invece “diverse esperienze, maturate anche in ambito internazionale, che gli hanno consentito di ottenere la preferenza rispetto agli altri candidati, nell’ottica di un giudizio complessivo ed unitario”.