La Cina come partner fondamentale con il quale affrontare le “sfide globali”, concorrente economico e “rivale sistemico” dell’Ue: il Consiglio europeo di Bruxelles ha approvato le conclusioni relative alle relazioni con Pechino confermando l’approccio complesso e a più dimensioni che da diversi mesi sta caratterizzando i discorsi e la strategia dell’Unione. Le altre parole d’ordine, confermate, sono il “de-risking” (riduzione del rischio) in opposizione al “de-coupling” (divorzio), e la necessità di ridurre comunque le forti dipendenze dell’Ue dalla Cina nelle catene del valore, soprattutto riguardo a certe materie prime o componenti fondamentali per la doppia transizione ecologica e digitale.
Viene poi ribadito il richiamo alle responsabilità internazionali di Pechino, affinché utilizzi la sua influenza per fare pressioni sulla Russia a favore della cessazione della sua aggressione militare dell’Ucraina e del ritiro delle sue truppe dai territori occupati. “Il Consiglio europeo – si legge nelle conclusioni – ha proseguito il dibattito strategico sulle relazioni dell’Ue con la Cina e ha ribadito l’approccio a più dimensioni (‘multifaceted’, ndr) dell’Ue nei confronti della Cina, di cui è contemporaneamente partner, concorrente e rivale sistemico. Nonostante i diversi sistemi politici ed economici, l’Unione europea e la Cina hanno un interesse comune a perseguire relazioni costruttive e stabili, ancorate al rispetto dell’ordine internazionale basato su regole, all’impegno equilibrato e alla reciprocità”.
Cina sia più ambiziosa su clima biodiversità
“L’Unione europea continuerà a impegnarsi con la Cina – proseguono le conclusioni – per affrontare le sfide globali e incoraggia la Cina a intraprendere azioni più ambiziose in materia di cambiamento climatico e biodiversità, salute e preparazione alle pandemie, sicurezza alimentare, mitigazione delle catastrofi, riduzione del debito (dei paesi in via di sviluppo, ndr) e assistenza umanitaria”. “L’Unione europea e la Cina – si ricorda nel testo – continuano a essere importanti partner commerciali ed economici. L’Unione europea cercherà di garantire condizioni di parità, in modo che le relazioni commerciali ed economiche siano equilibrate, reciproche e reciprocamente vantaggiose. In linea con l’agenda di Versailles (riferimento alla dichiarazione del vertice Ue informale del 10 e 11 marzo 2022, ndr), l’Unione europea – sottolineano le conclusioni – continuerà a ridurre le sue dipendenze critiche e vulnerabilità critiche, in particolare nelle sue catene di approvvigionamento, con la riduzione dei rischi e la diversificazione ove necessario e appropriato. L’Unione europea non intende rompere le relazioni (‘decouple’, ndr) o chiudersi su sé stessa” rispetto alla Cina.
Guerra ucraina, Cina sia protagonista della pace
“In qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina – si evidenzia nelle conclusioni – ha una responsabilità speciale nel sostenere l’ordine internazionale basato su regole, la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Pertanto, il Consiglio europeo invita la Cina a fare pressioni sulla Russia affinché interrompa la sua guerra di aggressione e ritiri immediatamente, completamente e senza condizioni le sue truppe dall’Ucraina”. “Il Mar cinese orientale e quello meridionale rivestono un’importanza strategica per la prosperità e la sicurezza regionali e globali. L’Unione europea – rilevano le conclusioni – è preoccupata per le crescenti tensioni nello Stretto di Taiwan. Il Consiglio europeo si oppone a qualsiasi tentativo unilaterale di modificare lo status quo con la forza o la coercizione”, e “riconferma la ‘politica di una sola Cina’ perseguita con coerenza dall’Ue”.
I diritti umani
Il paragrafo sulla Cina si conclude con un richiamo alle preoccupazioni sui diritti umani e le libertà democratiche: “L’Unione europea rimane fermamente impegnata nella promozione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il Consiglio europeo accoglie con favore la ripresa del dialogo sui diritti umani con la Cina”, ma allo stesso tempo “ribadisce le sue preoccupazioni riguardo al lavoro forzato, al trattamento dei difensori dei diritti umani e delle persone appartenenti a minoranze, alla situazione in Tibet e nello Xinjiang, nonché al rispetto dei precedenti impegni della Cina relativi a Hong Kong”.