Consip, errore involontario Scafarto su frase Renzi
Con questa motivazione, il gup ha scagionato l’ex maggiore del Noe
L’aver attribuito all’imprenditore Alfredo Romeo, in un rapporto del Noe consegnato alla procura di Roma il 9 gennaio 2017, la frase ‘…Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato’ (in realta’ pronunciata dal parlamentare Italo Bocchino), fu “un errore sicuramente involontario, presumibilmente dovuto a una omessa correzione dell’informativa al momento della sua ultima stesura a meno di non voler attribuire all’imputato comportamenti del tutto illogici e anzi ‘schizofrenici'”. Con questa motivazione, il gup Clementina Forleo ha scagionato l’ex maggiore del Noe Gianpaolo Scafarto dalla principale accusa di falso nell’ambito del procedimento Consip.
Per i magistrati della procura di Roma, Scafarto avrebbe appositamente redatto un’informativa “alterata” perche’ il suo obiettivo era “arrestare” il padre dell’ex premier Renzi. Quella frase – aveva scritto in quella informativa l’allora capitano del Noe – “assume straordinario valore e consente di inchiodare alle sue responsabilita’ Tiziano Renzi in quanto dimostra effettivamente il Romeo e il Renzi si siano incontrati (circostanza, questa, che verra’ riferita a verbale da Alfredo Mazzei, sentito il 2 gennaio 2017,), atteso che Romeo ha sempre cercato di conoscere Matteo Renzi senza pero’ riuscivi”.
La frase incriminata, invece, era da attribuire all’ex deputato di An Italo Bocchino, “come correttamente riportato sia nel sunto e sia nella trascrizione dal vicebrigadiere Remo Reale”. Per il gup Forleo, “se Scafarto avesse comunque voluto ‘inchiodare’ Renzi avrebbe sicuramente avuto gioco facile nella correzione dell’errore che era stato da altri compiuto e non avrebbe ripetutamente sollecitato tutti i suoi collaboratori a risentire le conversazioni, a chiedere di eventuali incontri tra Tiziano Renzi e Romeo e soprattutto a invitare tutti i predetti a una rilettura dell’informativa, evidentemente finalizzata a scongiurare errori”.