Consulenze d’oro, Corte conti condanna ex manager Regione

La Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti per la Sicilia ha condannato l’ex dirigente generale del Dipartimento regionale Comunicazioni e Trasporti Giovanni Lo Bue a risarcire alla Regione la somma di 64.800 euro. Il burocrate era stato citato in giudizio per avere illegittimamente conferito nel 2009 consulenze esterne a due Avvocati nell’ambito dei progetti integrati (Italbank eItalmeD), finanziati dal Cipe e che annoveravano tra gli enti esecutori anche la Regione, i cui compensi non sono stati ammessi a discarico dall’autorità di controllo. Nelle motivazioni della sentenza, che ha interamente accolto l’impianto accusatorio della Procura regionale, il giudice ha affermato che “dalla lettura dei citati contratti appare ictu oculi disarmante la genericità contenutistica degli incarichi attribuiti in relazione alle finalità specifiche dei progetti e per tale ragione non vi è necessita’ di spendere sul punto ulteriori argomentazioni”. Ne’ tale contenuto generico degli incarichi di consulenza può essere giustificato, “secondo la prospettiva difensiva”, dalla necessità di avere “un oggetto volutamente ampio per lo svolgimento dell’attività finalizzata più specificamente all’elaborazione dei progetti stessi che coinvolgevano varie regioni non soltanto d’Europa ma anche dei paesi balcanici e della sponda Sud del Mediterraneo, richiedendo un qualificato e specialistico supporto giuridico e tributario”. Secondo il giudice, anche tali giustificazioni difensive “appaiono connotate da quella stessa genericità che caratterizza il contenuto dei contratti in questione, i quali proprio per tale ragione, non rientrando tra le spese ammissibili al finanziamento, costituiscono illecito erariale”. E’ ovvio, per il collegio, che a fronte di un contenuto “del tutto evanescente della prestazione richiesta è possibile utilizzare ex post qualsiasi affermazione per cercare di ricondurla nell’ambito delle finalità progettuali”. Il convenuto, quindi, nel ricorrere a contratti di consulenza di contenuto del tutto generico (consulenza giuridica, tributaria e previdenziale), senza alcuna specifica inerenza con le puntuali finalità dei progetti, “ha agito con estrema superficialità e non curanza degli interessi pubblici, generando una spesa che non è stata ritenuta ammissibile al finanziamento”.