Consulta, dopo l’estate sentenze su pensioni d’oro e Equitalia

Consulta, dopo l’estate sentenze su pensioni d’oro e Equitalia
25 giugno 2015

di Enzo Marino

Dopo il blocco dei contratti del pubblico impiego arriveranno solo dopo l’estate le sentenze della Corte Costituzionale su altri due dossier con potenziali rilevanti effetti economici. La Consulta dovrà pronunciarsi sul ricorso di alcuni contribuenti sull’aggio che Equitalia pratica sulle cartelle esattoriali. L’altro tema arrivato alla Corte è il contributo di solidarietà sulle pensioni oltre i 90mila euro introdotto dal governo Letta nel 2013. Secondo alcune stime sul pronunciamento in merito all’aggio praticato da Equitalia ballano circa 2,5 miliardi di euro. La questione è stata sollevata dalle Commissioni tributarie di Torino e Latina. Il contributo di solidarietà sulle pensioni invece è una partita da dimensioni economiche decisamente più modeste: circa 100 milioni di euro l’anno, ma calcolando i mancati incassi fiscali si riduce di quasi la metà. Già nel 2013 la Consulta aveva cancellato il taglio alle pensioni “d’oro” introdotto dal governo Berlusconi nel 2011 e che riguarda una platea di circa 50mila pensionati che ricevono un assegno superiore a 14 volte il minimo.

Già il governo Monti aveva parzialmente rivisto il provvedimento senza però evitare la bocciatura della Consulta. Con la legge di Stabilità del 2014 del governo Letta sono state introdotte due modifiche per scongiurare una nuova bocciatura della Corte Costituzionale. In primo luogo il carattere eccezionale dell’intervento, limitato al 2014-2016, e inoltre veniva specificato che i soldi sarebbero stati trattenuti ai pensionati anche al fine di concorrere al finanziamento delle salvaguardie per gli esodati. Con questo meccanismo di “solidarietà” tutta interna al mondo previdenziale, la legge ha provato a rispondere alle critiche della Consulta, che aveva giudicato illegittimo il primo contributo perché rappresentava una decurtazione patrimoniale definitiva del trattamento pensionistico, con acquisizione al bilancio statale del relativo ammontare.

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Dall’inizio dell’anno in corso la Consulta si è già pronunciata su Robin Hood Tax, blocco della perequazione delle pensioni sopra i 1.443 lordi al mese del governo Monti e ieri sul blocco dei contratti degli statali dal 2010. Sulla tassa imposta ai petrolieri e sul blocco degli stipendi per gi statali la Consulta ha valutato l’illegittimità delle misure ma senza effetti retroattivi. Ciò per effetto dell’introduzione in costituzione dell’obbligo del pareggio di bilancio. Proprio nella sentenza che bocciava la Robin Hood Tax, la Consulta scriveva che la restituzione dell’imposta pagata determinerebbe uno squilibrio nel bilanncio dello Stato di entità tale da impliare la necessità di una manovra finanziaria aggiuntiva”.

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