La Consulta: inammissibile il quesito referendario sull’eutanasia

La Consulta: inammissibile il quesito referendario sull’eutanasia
Corte costituzionale
15 febbraio 2022

La Consulta dice no al quesito referendario sull’eutanasia. “La Corte costituzionale – si legge in una nota – si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sull`ammissibilità del referendum denominato ‘Abrogazione parziale dell`articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)’. In attesa del deposito della sentenza, l`Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell`abrogazione, ancorché parziale, della norma sull`omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.

Quello sull’eutanasia è il primo degli otto quesiti referendari sui quali è atteso il pronunciamento della Corte costituzionale. I giudici togati della Consulta oltre all’eutanasia, dovranno esprimersi sull’ammissibilità di altri sette quesiti che vanno alla depenalizzazione della coltivazione della cannabis ai referendum sulla giustizia, promossi dalla Lega e dai Radicali e presentati da nove Consigli regionali. Se la Corte Costituzionale, presieduta dal neo presidente Giuliano Amato, dichiarasse l’ammissibilità dei quesiti il voto si terrebbe tra aprile e maggio.

Le reazioni

“L`inammissibilità del referendum sull`eutanasia, di cui sono dispiaciuto, non risolve il problema. Il Parlamento deve trovare la forza morale di affrontare un tema delicato e fondamentale, per troppi anni colpevolmente rinviato”. Lo afferma il senatore Pd Andrea Marcucci, che aveva firmato la richiesta di referendum.

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“Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, commentando la bocciatura del referendum sull’eutanasia legale, il cui quesito è stato giudicato inammissibile dalla Corte costituzionale.

“L`inammissibilità del quesito referendario sull`eutanasia legale è una pessima notizia per oltre 1 milione di cittadini che l`avevano proposto e sopratutto per chi aspetta da tanto tempo di vedersi riconosciuto il diritto ad un fine vita dignitoso, ed è oggi abbandonato nella sofferenza. Ora la battaglia di civiltà deve continuare nel Paese, e in quelle aule parlamentari che colpevolmente non l`hanno mai voluto affrontare”. Lo afferma il segretario nazionale di SinistraItaliana Nicola Fratoianni.

“Sulla inammissibilità del referendum sulla eutanasia c`è molta delusione. Quando non si dà la parola ai cittadini su temi così importanti è sempre una sconfitta. Il Parlamento ora dimostri maturità e dia una risposta a quel milione di italiani che hanno sostenuto il referendum. Il Psi continuerà questa battaglia!”. Lo ha dichiarato il segretario del Psi, Enzo Maraio.

“Il Parlamento – afferma il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte – deve dare una risposta al Paese. Quelle firme non possono rimanere lì gettate al vento. Occorre una forte reazione del Parlamento. C’è l’imperativo politico morale e sociale di dare una risposta al Paese e alle tante persone che si trovano in quelle condizioni di difficoltà. Chiedono procedure chiare e trasparenti per mettere fine a condizioni di vita che appaiono, come è scritto nel testo, irreversibili, ormai definitivamente accertate e che ormai non prospettano la prosecuzione delle attività vitali nel rispetto di un valore fondamentale della persona, la dignità”.

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“La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull`eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”. Lo scrive su twitter il segretario Pd Enrico Letta.

“1.240.000 firme attestano un consenso popolare per una legge giusta e umana che disciplini le tematiche del fine vita. Un consenso popolare che non è però cancellato dalla decisione della Consulta di bocciare il quesito sul referendum eutanasia, che noi ritenevamo ammissibile. Le lunghissime file della scorsa estate in tutta Italia ai tavoli anche di +Europa, restano una straordinaria testimonianza di passione civile e di umanità, e sarà nostra responsabilità portare avanti la battaglia giusta per essere liberi fino alla fine in ogni sede, a partire dal Parlamento, da domani mattina”. Lo dichiara il segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova.

“Siamo stati tra i promotori del referendum sull’eutanasia legale e la sua bocciatura da parte della Corte costituzionale ci delude profondamente anche a nome di oltre un milione di persone che chiedevano il diritto a poter accedere a una fine dignitosa”. Così in una nota Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni, segretario, tesoriera e presidente di Radicali Italiani. “È senz’altro un brutto colpo alla democrazia ma non ci si ferma. Anzi, ripartiamo da qui più convinti che mai: la battaglia prosegue finché il parlamento non si deciderà a fare una legge sul fine vita. Già dalle prossime ore, al fianco di Marco Cappato, Filomena Gallo, Mina Welby e di tutti coloro che si battono per essere liberi fino alla fine, intraprenderemo tutte le iniziative necessarie per arrivare ad affermare questo diritto”, concludono.

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Quello dell’eutanasia “è un tema delicato, che interroga la coscienza e la fede di ciascuno di noi. Da cattolica fatico a pensare alla vita come a un bene nella disponibilità esclusiva delle persone ma allo stesso tempo bisogna rispettare le posizioni e le sofferenze. Mi auguro che in Parlamento ci sia libertà di coscienza”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.

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