La Corte costituzionale, nella Camera di consiglio di oggi “ha dichiarato inammissibili le tre richieste di referendum relative alle circoscrizioni giudiziarie”. I tre quesiti referendari sulla riforma della geografia giudiziaria, che prevede il taglio delle circoscrizioni minori, erano stati promossi da cinque consigli regionali: Basilicata, Puglia, Sicilia, Abruzzo e Campania. La revisione delle circoscrizioni giudiziarie è un processo avviato dal governo Monti, ministro della Giustizia Paola Severino, e proseguito, con pochi ritocchi, con Annamaria Cancellieri e con l’attuale guardasigilli Andrea Orlando.
L’obiettivo è quello ovviamente di razionalizzare non solo gli uffici, ma anche e soprattutto le spese legate alla loro gestione. Il primo quesito chiedeva l’abrogazione delle misure sulla soppressione di 30 tribunali ordinari, delle corrispondenti procure, nonché di 220 sezioni staccate di tribunali ordinari; il secondo, l’abrogazione delle disposizioni relative solo al taglio dei 30 tribunali e corrispondenti procure, e non le sezioni staccate; il quesito n. 3, infine, chiedeva anche l’abrogazione della mancata previsione nell’ordinamento giudiziario dei circondari dei tribunali soppressi.