“Fiducia nella capacità e nella forza delle istituzioni”. Silvana Sciarra, la nuova presidente della Corte Costituzionale, eletta nel pomeriggio dallo stesso organismo, ha sottolineato più volte questa sua convinzione nel corso della conferenza stampa seguita alla sua elezione. Rispondendo a una domanda sul rischio, paventato da alcuni costituzionalisti, che una nuova maggioranza parlamentare che superi i due terzi dei seggi possa procedere a una profonda riforma costituzionale in grado, senza dover passare per il referendum confermativo, di comprimere in qualche misura il pluralismo della società, Sciarra ha sottolineato di partire “del presupposto della fiducia nelle istituzioni: io non posso non averla e non posso non immaginare che, anche in una situazione” in cui sia una “forte maggioranza”, “ci sarà un atteggiamento di attenzione al pluralismo. Il mio – ha sottolineato – è ancora una volta un messaggio di fiducia e di rispetto verso le istituzioni e anche del nuovo Parlamento così come emergerà dalle prossime elezioni”.
Poco prima infatti, quando gli era stato chiesto conto del ritardo con cui negli anni il parlamento ha posto rimedio alle diverse questioni sollevate dalla Corte, o non lo ha posto affatto, la prima donna eletta giudice costituzionale dal Parlamento ha replicato affermando di credere che “per ora, la Corte si sia sempre mossa sul solco del rispetto del Parlamento e non sta a me giudicare il silenzio del Parlamento o se è in ritardo. Noi – ha sottolineato Sciarra – abbiamo fatto quello che abbiamo ritenuto giusto fare e continueremo a farlo”.
E prima ancora, quando gli era stato chiesto se confidasse sul fatto che chi verrà chiamato a governare terrà conto di quei paletti che la Corte ha già fissato su alcuni temi, Sciarra aveva spiegato: “Io confido sempre nella capacità delle istituzioni, nella forza delle istituzioni, di rispondere a quelle che saranno poi le scelte dei cittadini. Io non ho motivo di credere che verranno ignorate le indicazioni – che non sono soltanto indicazioni – della Corte costituzionale. Perché le sentenze sono poi fonti a tutti gli effetti vincolanti che segnano, circoscrivono in un certo senso l’intervento futuro del legislatore. Ma poi queste questioni andranno valutate di volta in volta. Non ho motivo di credere – ha sottolineato la neo presidente della Consulta – che questo scambio fino ad ora così proficuo, questo colloquio aperto con le istituzioni, seguendo un principio di leale collaborazione, che mi auguro si consolidi e si rafforzi ancora di più, non ho motivo, ripeto, di credere che non verrà seguito anche in futuro”.