Il ministro Matteo Salvini ha agito o no nel pubblico interesse, impedendo lo sbarco dei migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti? E’ questa la domanda alla quale i militanti del M5S saranno chiamati a rispondere nel voto on line sulla piattaforma Rousseau, oggi dalle 10 alle 19. In termini pratici, chi ritiene che il titolare del Viminale abbia agito nell’interesse dello Stato, dovrà votare si, opponendosi al processo; chi giudica invece che la decisione di Salvini non abbia tutelato il pubblico interesse, dovrà mettere la croce sul no e negare l’autorizzazione. Insomma, ridotto all’osso, il ragionamento è: chi vota No manda Salvini a processo; chi vota Sì lo ‘assolve’.
Un quesito che “inganna” ed e’ “fuorviante” commentano sul blog. In altri termini, la domanda, sottolineano sui social, si presta a equivoci: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per ridistribuire i migranti nei vari paesi europei, e’ avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?”, con il SI’ “si nega l’autorizzazione a procedere”. Mentre con il NO “si concede l’autorizzazione a procedere”. In piu’, sempre sul Blog delle Stelle si precisa che “non e’ il solito voto sull’immunita’ dei parlamentari”, sul quale il M5S “e’ sempre stato ed e’ inamovibile”, ma si tratta di un caso particolare: una scelta politica del governo presa nella sua collegialita’. Beppe Grillo si affida all’ironia per commentare: “Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!…”. Dura invece la senatrice del M5s, Elena Fattori, secondo la quale, Rousseau è una piattaforma privata, di un’associazione privata. Non puo’ essere usata per questioni d’interesse nazionale dove vota solo una parte”. Per la senatrice, inoltre ci sarebbe un problema di sicurezza. “Certo – afferma la Fattori -. La piattaforma e’ gia’ stata hackerata e puo’ essere manipolata perche’ non ci sono controlli da parte di un ente terzo. Inutile girarci attorno: la votazione e’ illegittima”.
Il Blog delle Stelle, nell’annunciare i termini e il regolamento del ‘referendum’, riassume le tappe della vicenda della nave Diciotti, ricordando che “martedì 19 febbraio, la Giunta per le autorizzazioni sarà chiamata a decidere se il ritardo dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti sia stato deciso ‘per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo'”. “Ricordiamo brevemente i fatti. Tra il 20 e 25 agosto scorso, mentre 137 migranti si trovavano sulla Diciotti, ovviamente con assistenza sanitaria e alimentare, il Ministro degli Esteri e il Presidente del Consiglio Conte stavano sentendo i leader degli altri paesi europei affinché ognuno accogliesse la propria quota di migranti. Questo accordo doveva essere raggiunto prima dello sbarco perché, altrimenti, sarebbero dovuti rimanere tutti in Italia”.[irp]
“E questo – ricorda ancora il Blog della Stelle – a causa del Regolamento di Dublino, che impone che il primo Paese di approdo debba farsi carico di tutti i migranti che arrivano in Europa. Il ministro dell’interno Salvini, d’accordo con il Ministro dei Trasporti Toninelli, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio e con il Presidente Conte, negò quindi lo sbarco fino a che l’accordo non fosse stato raggiunto”. “Per questa vicenda – continua il Blog grillino – il Tribunale dei Ministri di Catania ha deciso di inquisire il Ministro dell’interno perché ha considerato il ritardo dello sbarco dalla nave un sequestro di persona e ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere. Su questo si deve esprimere con un voto prima la Giunta per le autorizzazioni a procedere e poi l’Assemblea del Senato. “In pratica, se il Parlamento nega l’autorizzazione a procedere, sta affermando che il Ministro ha agito per interesse pubblico o interesse dello Stato, e che quindi non sarà processato. Nel caso invece venga data l’autorizzazione, il Ministro dell’interno andrà a processo. Questo quindi non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità”.