Il premier Giuseppe Conte lavora alla proposta di mediazione da proporre alla maggioranza, divisa sul nodo concorsi del dl scuola e oggi ci potrebbe essere un nuovo vertice con la ministra Azzolina, i capigruppo e i capidelegazione della maggioranza. Il tempo, infatti, è poco: il decreto scade il 7 giugno, deve affrontare anche il passaggio alla Camera e lunedì pomeriggio o al più tardi martedì inizierà la discussione in commissione Istruzione al Senato.
Le posizioni dentro la maggioranza restano distanti, tra il Movimento Cinquestelle che in queste ore ha ribadito di non aver cambiato idea sulla bontà di un concorso ad agosto, con un quiz a crocette, per l’immissione in ruolo di circa 40mila precari della scuola e il resto della maggioranza, Pd in testa. I Dem, con il capogruppo a Palazzo Madama Andrea Marcucci, hanno ribadito di attendersi una “mediazione vera” e garanzie sull’avvio regolare del prossimo anno scolastico senza restare appesi a un concorso estivo che, in un quadro di emergenza sanitaria, appare assai “difficile” da celebrare.
Dunque per i democratici l’idea migliore – ovvero il compromesso accettabile – sarebbe quello di attingere dalle graduatorie, valorizzando anni di insegnamento nella scuola, ma questo senza “rinunciare al merito ed alla selezione” e prevedendo, dunque, “una prova vera a fine anno scolastico”. Che poi, sottolinea Francesco Verducci, a voler insistere sul quiz si mette a rischio la ripresa regolare delle lezioni a settembre con insegnanti ‘a regime’. A Marcucci i Cinquestelle rispondono tenendo fermo il principio del “merito”: “Su questa base è possibile trovare un accordo, purché la selezione sia davvero meritocratica e si evitino soluzioni pasticciate”. E Italia Viva, su posizioni simili a quelle del M5s, sottolinea, con Davide Faraone, che “è importante occuparsi dei concorsi per i docenti ma è indispensabile occuparsi di diritto allo studio”.