Giuseppe Conte scommette sul M5s. L’ex premier ha raccolto l`invito “a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle”, fanno sapere i penstastellati. “Una sfida cruciale per il Movimento, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell`attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050”, dicono i grillini. La notizia arriva dopo il vertice che si è tenuto con Beppe Grillo e con l’ex premier all’hotel Forum a Roma. Sia il garante del M5s che l’ex premier sono usciti senza rilasciare alcuna dichiarazione. Grillo indossava un casco integrale bianco tipo astronauta. Dopo Conte e Grillo hanno iniziato a uscire gli altri partecipanti all’incontro, tra cui, Vito Crimi, l’ex ministro Stefano Patuanelli, il capogruppo alla Camera Davide Crippa e poi anche la vice presidente del Senato Paola Taverna che ha detto chiaramente non voler dire niente.
Ma, attenzione, non è ancora chiaro quale sarà, nello specifico, il ruolo dell’ex premier che quindi non ha ancora accettato un incarico preciso. Molto se ne sta dibattendo e non sono escluse nuove decisioni su eventuali modifiche allo Statuto, riformato peraltro poche settimane fa con un voto della base per introdurre la governance a cinque. Secondo indiscrezioni, già il comitato di garanzia del M5S – composto da Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri – starebbe lavorando su eventuali modifiche da apportare allo statuto del Movimento. Il 5stelle evidenziano anche che “il Movimento sarà la forza trainante della transizione ecologica e digitale, poggiando però su pilastri insostituibili, quei valori originari che lo hanno sempre contraddistinto: la tutela dell`ambiente, l`importanza dell`etica pubblica e della lotta alla corruzione, il contrasto delle diseguaglianze di genere, intergenerazionali, territoriali, la lotta contro le rendite di posizione e i privilegi, la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita democratica attraverso il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta”. Concetto subito dopo ribadito da Grillo in un post sul suo blog: “Transizione ecologica vuol dire futuro, non solo per salvare il pianeta, ma per garantire un buon futuro a tutte le persone. Vuol dire ridurre le disuguaglianze e la povertà”.
Il post si intitola “Andiamo lontano” e Grillo aggiunge che “ora è arrivato il momento di andare lontano”. “Dobbiamo mettere la transizione ecologica – sottolinea – all’interno delle politiche della vita quotidiana, perché si tratta davvero di cambiare il modo in cui viviamo, il modo in cui produciamo, viaggiamo e consumiamo. Per questo tutti dobbiamo fare la nostra parte”. “Abbiamo le tecnologie, le idee e lo spirito di comunità che ci ha sempre contraddistinto”, conclude Grillo. Conte, assicura il ministro per i Rapporti con i Parlamento Federico D’Incà, “sarà motore di grande cambiamento per il M5s come lo è stato per il Paese in questi anni”. L’ex ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora plaude al coinvolgimento di Conte “come leader del M5S” ma mette un paletto: “E’ una buona soluzione purché non serva a coprire i problemi e le differenze all’interno del Movimento”. Resta, nel Movimento che Conte dovrà ridisegnare, anche negli strumenti, l’ancoraggio con i “valori insostituibili” – un passaggio importante per tranquillizzare l’ala più ortodossa del Movimento – dalla tutela dell’ambiente alla lotta alla corruzione, dalla “lotta alle disuguaglianze” a quella contro “le rendite di posizione e i privilegi”.
Cose, quest’ultime, che sarebbero piaciute a uno come Alessandro Di Battista che però, contrario all’ingresso nel governo Draghi, si è messo fuori dal Movimento e oggi, invece che andare all’hotel Forum, ha fatto – come racconta sul suo profilo Instagram -, un “piccolo trekking” insieme alla famiglia sulla via Amerina. Dal vertice romano, sarebbe emerso che tra le ipotesi più accreditate su una nuova governance del M5, quella di un capo unico, un reggente come è stato Luigi Di Maio, con un mandato a termine da rimettere poi al voto della base oppure altre due possibili strade: l’affiancamento di uno o due vice o la governance a cinque al posto del capo politico. Intanto cresce l’attesa tra i pentastellati per quelle che si preannunciano come decisioni destinate a rivoluzionare l’assetto stesso del Movimento, con un cambio di vertice in corsa a poche settimane dalla pronuncia degli iscritti che hanno decretato la fine della figura del capo politico e la nascita al suo posto di un comitato direttivo a cinque. E così, dopo la fuga di notizie che ha fatto infuriare Grillo, il vertice del Movimento Cinquestelle sul futuro del M5s s’è spostato da Marina di Bibbona a Roma, stessa location di diversi summit M5S: l’hotel Forum. Lo stesso Grillo, la cui presenza era stata confermata ai cronisti giunti sul posto da persone che lavorano alla villa, nonché dalla presenza delle forze dell’ordine, ha in realtà dribblato telecamere e giornalisti e ha raggiunto Roma.