I venti di guerra che soffiano dal Medio oriente e dalla Libia spingono il governo di Giuseppe Conte a derubricare le fibrillazioni della maggioranza, suggerendo un rinvio dei vertici politici attesi per il rientro dopo la sospensione natalizia. Il premier e’ stato impegnato in queste ore nei contatti con i leader europei e mediorientali. Domenica ha sentito il presidente dell’Iraq Barham Salih, assicurandogli l’impegno italiano alla stabilizzazione del suo paese, ieri ha avuto una lunga telefonata con Angela Merkel, con la quale si e’ condivisa la necessita’ di uno stretto raccordo europeo sui fronti iraniano e libico. In Libia Italia e Germania ritengono necessario “elevare al massimo la pressione diplomatica per promuovere quella soluzione politica” anche attraverso la programmata conferenza di Berlino. Ma intanto la missione Ue prevista a Tripoli non si terra’: i ministri europei si vedranno al Cairo per discutere della situazione libica ma le notizie dal campo di battaglia rischiano di superare in velocita’ qualunque discussione diplomatica.
Sul quadrante iracheno-iraniano, Conte, sulla stessa lunghezza d’onda della cancelliera tedesca, ha invece ribadito la necessita’ di confermare l’impegno per la stabilizzazione della regione. Grande attenzione, poi, e’ stata data dal governo garantire il massimo di sicurezza per le missioni militari italiane all’estero. E il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che sara’ impegnato in una lunga missione diplomatica al Cairo, a Bruxelles con gli omologhi europei, in Algeria e Tunisia, ha invitato alla moderazione, ricordando che “chi crede alla violenza sta esponendo tutti gli italiani a un pericolo di ritorsioni”. Ma la linea del governo italiano non piace all’opposizione e Matteo Salvini continua ad attaccare, denunciando quella che giudica una posizione di irrilevanza: “l’assenza totale italiana in Libia e’ preoccupante” e il vertice Zingaretti-Di Maio sulla legge elettorale e non sulla crisi internazionale del tutto “surreale”. L’impegno del governo sul fronte internazionale ha portato a uno slittamento della verifica sulla prescrizione, che si terra’ dunque giovedi’ 9. Sara’ quello il primo banco di prova per capire le prossime mosse della maggioranza, la tenuta del rinnovato patto tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti e il peso di Italia Viva in questo equilibrio, vista l’annunciata volonta’ del partito di Renzi di votare la proposta azzurra di Enrico Costa se non ci saranno aperture dal ministro Alfonso Bonafede.
La verifica che dovrebbe portare a un nuovo cronoprogramma per l’esecutivo dovrebbe trovare invece posto nel calendario solo dopo le elezioni regionali, ma intanto i lavori parlamentari portano all’attenzione dei partiti e del governo temi scottanti. Questa settimana si terranno alla Camera le audizioni sul caso Alitalia, in attesa che il 13 gennaio approdi in aula il decreto, mentre il giorno successivo cominceranno le audizioni sul decreto per la Banca popolare di Bari. Sullo sfondo l’approdo del dl milleproroghe che contiene nuove norme sul tema caldo delle concessioni autostradali, tema su cui Matteo Renzi ha gia’ annunciato il voto contrario di Iv. In agenda c’e’ sono poi la riunione della Giunta per le Immunita’ del Senato sul caso Gregoretti, giovedi’ 9. E ad alimentare ulteriormente il clima di tensione potrebbe arrivare la decisione dei probiviri del M5s contro i parlamentari non in regola con le restituzioni. “Sono fiducioso” professa pero’ il premier, che richiama tutti al “senso di responsabilita’” necessario alla situazione nazionale e internazionale.