Conte lancia la costituente e avverte: ‘Pronto a farmi da parte’

Conte lancia la costituente e avverte: ‘Pronto a farmi da parte’
Giuseppe Conte
12 giugno 2024

I riflettori di Montecitorio erano puntati su Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle (M5S), reduce da una delle peggiori sconfitte elettorali nella storia del movimento. Il M5S, una volta primo partito d’Italia, ha visto il proprio consenso crollare al 9,9% nelle recenti elezioni europee, un risultato che ha scosso profondamente la base e la leadership del movimento. Davanti ai giornalisti, Conte ha scelto il sarcasmo per tentare di sdrammatizzare la situazione. “Dimissioni sul piatto? Sì, della cena,” ha scherzato, cercando di alleggerire il clima teso. Ma è stato solo un momento di leggerezza in una giornata segnata da profonde riflessioni e autocritiche.

Nella sala di Montecitorio, quasi al completo con i 78 parlamentari del movimento, Conte ha cambiato registro. Ha affrontato la sconfitta con un approccio più serio e riflessivo, ammettendo le proprie responsabilità. “Non intendo nascondere la responsabilità per la sconfitta ed offro la disponibilità a mettermi per primo in discussione,” ha dichiarato, aggiungendo che sarebbe disposto a farsi da parte se la sua guida fosse ritenuta un ostacolo per il M5S. Il risultato delle europee ha lasciato il segno, suscitando malumori anche tra i fedelissimi di Conte. Tuttavia, il clima all’interno del movimento non è di resa dei conti, ma piuttosto di “autoanalisi collettiva.” Conte ha spiegato che il M5S non è un partito scalabile e che nessuno, al momento, ha la forza o il carisma per insidiare la sua leadership.

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Per affrontare la crisi, Conte ha proposto una costituente per rivedere le regole interne del movimento. “Credo sia venuto il momento di costruire una grande assemblea collettiva, una costituente, con la partecipazione di tutti gli iscritti, in presenza e da remoto,” ha annunciato. Questa costituente servirà a discutere insieme del miglioramento delle regole e delle modifiche necessarie. La sconfitta ha portato alla luce diverse tensioni e criticità interne al movimento. Alcuni membri riflettono sulla scelta di candidare volti poco noti, a scapito dei “big” esclusi per il limite del secondo mandato, e sul rapporto con il Partito Democratico e gli altri partiti di opposizione. Nei momenti di crisi, emerge anche la tentazione di guardare al passato, alle origini del movimento e alle sue figure storiche come Alessandro Di Battista e Beppe Grillo.

Danilo Toninelli, ex ministro e voce critica all’interno del movimento, ha accusato Conte di essere un “tecnico” incapace di emozionare. Questa critica ha riacceso il dibattito sulla necessità di una nuova leadership, possibilmente femminile, con nomi come Chiara Appendino e Virginia Raggi in primo piano. Raggi, grande esclusa dalle ultime tornate elettorali per il vincolo dei due mandati, potrebbe rientrare in gioco se la regola venisse rivista. Nonostante le tensioni, molti eletti considerano Conte una risorsa preziosa. La deputata siciliana Daniela Morfino ha dichiarato: “Conte è una risorsa troppo preziosa per la politica italiana. Ci rialzeremo anche stavolta, con ancor più motivazione.” La senatrice Elisa Pirro ha aggiunto: “La leadership di Giuseppe Conte non è in discussione.” Anche Vittoria Baldino ha sottolineato l’importanza di una riflessione interna senza mettere in discussione la guida di Conte.

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Nel caos post-elettorale, alcuni membri del movimento hanno rilanciato la possibilità di un nuovo nome e simbolo per il M5S, ma questa ipotesi non sembra trovare riscontro. Alessandro Di Battista, tra i pionieri del movimento e ora fuoriuscito, ha criticato duramente il risultato elettorale, attribuendolo al “mortale abbraccio col Pd,” un partito con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Il futuro del Movimento 5 Stelle, nella costruzione di un’alternativa a Giorgia Meloni, richiederà una profonda riflessione e una revisione dei rapporti con il Partito Democratico. Conte ha dichiarato di non voler abbandonare la nave, ma di voler discutere delle scelte fatte, ascoltare le critiche e cercare una sintesi per rilanciare il movimento. Se sarà possibile, solo il tempo lo dirà, ma il percorso di autoanalisi è appena iniziato.

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