Riportiamo l’intervista al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, pubblicata su “America Oggi”
Presidente, non si può negare, infatti, di essere di fronte ad un evento politico davvero straordinario per l’Italia, e nel contempo, per l’Ue. Il M5s ha creato discontinuità con i partiti per aver instaurato un nuovo processo politico, ossia la “Democrazia diretta”. Quali prospettive e quali timori?
“Ho sempre rivendicato che il mio governo è populista nella misura in cui avvicina il popolo alle istituzioni, e la democrazia diretta è il massimo livello di partecipazione. Abbiamo assegnato delle deleghe specifiche al ministro Fraccaro, che sta facendo un eccellente lavoro, e la materia è nel contratto di governo per un motivo preciso: il cambiamento che stiamo realizzando mette i cittadini al centro del sistema politico. È il motivo per cui sosteniamo, ad esempio, la proposta di legge costituzionale per istituire il referendum propositivo. Alcuni vedono il pericolo di derive plebiscitarie, temono la sostituzione della democrazia rappresentativa con quella diretta. L’esperienza, nei paesi che hanno il referendum propositivo, dimostra che l’iniziativa popolare stimola i rappresentanti politici a fare di più e meglio. La democrazia diretta non sostituisce quella rappresentativa, ma la rafforza rendendola più efficace e aderente alla volontà popolare.
Il dialogo con l’Ue, alla fine, ha scongiurato la procedura di infrazione per debito. Ritiene che l’Europa sia indietreggiata rispetto alle attese scaturenti dal vostro programma politico o che siate indietreggiati voi?
“Qui non si tratta di aver indietreggiato o aver fatto prevalere l’una o l’altra posizione. Questo successo nel negoziato ovviamente lo rivendico, ma ricordo che ho sostenuto sin dal primo momento che con i toni giusti e un dialogo costruttivo si potesse trovare un punto di equilibrio valido per tutti, scongiurando una procedura di infrazione che l’Italia non merita. La Legge di Bilancio coniuga sia le riforme su cui il governo si è impegnato, che puntano su crescita e reinserimento nel mercato del lavoro, sia sull’equilibrio nei conti pubblici con la riduzione del debito pubblico nel prossimo triennio. La cosa importante per il governo è che le misure validanti della nostra manovra, Reddito di cittadinanza e quota 100, siano rimaste invariate e con la stessa platea di riferimento. Semplicemente all’inizio erano state fatte delle stime molto prudenti, poi quando abbiamo ricevuto le relazioni tecniche specifiche è stato evidente che le risorse per realizzare le misure c’erano, e con stime di deficit minori di quelle che in un primo momento il Mef prevedeva. Ora che siamo alla fine del ciclo istituzionale europeo dovremmo riflettere sulla necessità di rilanciare l’intero progetto abbandonando la strada dell’austerity, e innescando quel clima di fiducia nei confronti delle istituzioni che in questo momento è essenziale. I governi hanno il dovere di recepire ed ascoltare le istanze dei cittadini”.
In molti settori produttivi l’Italia rappresenta un’eccellenza assoluta in tutto il mondo. L’estro e la qualità italiana, dal cibo al design all’industria manifatturiera. Cosa ha intenzione di fare il governo per favorire l’export?
“Quando lo scorso settembre sono stato a New York per l’Assemblea Generale annuale dell’Onu, ho avuto il piacere di incontrare parte della fervente comunità italiana che vive negli States. Per me è stata una grande emozione incontrarli, perché rappresentano le eccellenze italiane affermate in tutti i campi: nell’ambito dell’imprenditoria, del design, della medicina, della ricerca. Credo che in generale il miglior modo per incentivare l’export italiano sia abbattere le barriere commerciali che di certo non aiutano le tantissime realtà che ormai operano con successo negli Stati Uniti”.
L’alleanza Lega – Movimento 5 Stelle è destinata a sopravvivere nonostante le nette diversità che contraddistinguono i due partiti?
“Il mio Governo si basa in effetti sull’alleanza di due forze politiche che su alcuni temi hanno posizioni diverse e spesso anche contrapposte. Ma la nostra azione si ispira, però, in ogni momento, al contratto alla base di tale alleanza, di cui io sono il legittimo garante. Finora ogni difficoltà è stata affrontata e superata con grande coraggio e nell’insegna del desiderio di cambiamento. Questo desiderio accomuna Lega e M5S ed è quello che permetterà al Governo di durare 5 anni. Non esistono assolutamente diverse sensibilità rispetto al concetto di democrazia: entrambe le forze politiche vogliono finalmente riportare gli interessi e le decisioni dei cittadini al centro della politica”.
La proposta del reddito di cittadinanza ha creato entusiasmo, ma ha anche innescato notevoli malcontenti, sia perché implica costi elevati, sia perché si teme che crei discrepanze economiche nei confronti di quanti, pur lavorando, percepiscono una retribuzione poco elevata…
“Non parlerei di discrepanze economiche. Il reddito di cittadinanza nasce dall’esigenza di aiutare una parte della popolazione che si trova in difficoltà e che non ha un impiego. Relativamente ai costi abbiamo studiato la manovra nel dettaglio e non sono elevati. Credo che lo stato debba essere al fianco dei cittadini. Con questa misura ci sarà maggiore equilibrio, non differenze”.
Tra i vostri più accaniti avversari si pone la sinistra. E’ evidente l’umiliazione che essa vive per aver constatato che un altro soggetto politico si batte per la cosiddetta classe “proletaria”. Qualcuno potrebbe sostenere ironicamente che la sinistra “è stata scavalcata a sinistra”. Come interpreta gli attacchi che vi sono rivolti dalla sinistra italiana?
“E’ naturale che un partito all’opposizione voglia attaccare la maggioranza. Le critiche possono essere utili per capire la direzione che si sta percorrendo ma necessitano di argomentazioni che a volte mancano o che sono prive di fondamento. Da quando si è insediato il nostro governo abbiamo ricevuto numerosi attacchi ma siamo consci che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta. Perché stiamo guardando al presente e al futuro dei cittadini. Chi ha governato prima di noi non sempre ha messo in primo piano le esigenze e le necessità della popolazione”.
I mercati hanno manifestato turbolenze in seguito alla presentazione delle vostre proposte politiche. Quali i timori dei mercati?
“Sin dal nostro insediamento si è diffuso tra gli operatori di mercato il timore che questo governo intendesse mettere in discussione l’appartenenza dell’Italia all’Eurozona. Come abbiamo ripetuto in molte occasioni, nulla del genere è mai stato sul tavolo: siamo convinti che l’Italia debba giocare un ruolo di primo piano all’interno dell’Unione europea e dell’Unione monetaria. Sono invece fiducioso rispetto all’andamento dello spread, che si sta attestando su livelli decisamente più bassi dopo l’esito positivo della nostra interlocuzione con la Commissione europea grazie alla quale è stata evitata la procedura di infrazione. Le nostre misure, che abbiamo difeso pienamente, permettono di contrastare il rallentamento economico che sta investendo l’Europa e danno impulso alla crescita. Siamo convinti che la crescita sia lo strumento migliore per continuare a garantire la sostenibilità del debito, e in tal modo fornire anche maggiori rassicurazioni ai mercati”.
Il web si è rivelato strumento di partecipazione attiva e decisionale anche sul fronte politico…
“L’uomo sviluppa la tecnologia per migliorare la propria qualità della vita, per creare nuove opportunità, per svolgere compiti con maggiore facilità. Possiamo quindi definirla uno strumento al servizio della crescita umana, come lei suggerisce. Tuttavia è possibile, ed è successo già in passato, che l’impatto di una tecnologia investa in maniera anche dirompente l’assetto della società e la vita degli individui. Si pensi ai mutamenti determinati dalla rivoluzione industriale dell’800 e a quelli cui stiamo assistendo ora, con l’industria 4.0 e l’Internet delle cose. Con una rapidità forse mai sperimentata prima, il nostro modo di vivere sta andando incontro a cambiamenti epocali, e anche la sfera della partecipazione politica non ne è immune. In questo ambito, la tecnologia può facilitare e stimolare l’impegno attivo dei cittadini. Bisognerà eliminare le eventuali distorsioni che possono nascere, ma non ho dubbi che il progresso tecnologico si tradurrà anche in un progresso della democrazia”.
Considerata la centralità da voi attribuita alla soluzione della problematica della povertà, si evidenzia come vi dirigiate verso la nascita di un modello di economia che si potrebbe definire “dal volto umano”.
“I livelli di povertà presenti nel nostro Paese sono inaccettabili sul piano sociale e le disuguaglianze provocano anche instabilità economica: lo riconoscono anche le organizzazioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale. Il cambiamento che i cittadini ci chiedono di realizzare passa soprattutto per un’economia che abbia come obiettivo finale la tutela della dignità umana e lo sviluppo materiale e spirituale della persona, come peraltro richiede anche la nostra Costituzione. È questa la visione più ampia che ispira la nostra politica, tenendo sempre a mente che per combattere la povertà è necessario creare occupazione e crescita. Il reddito di cittadinanza, il ricambio generazionale favorito dalla quota 100, gli investimenti pubblici e l’azione riformatrice a sostegno degli investimenti privati vanno proprio nella direzione di aumentare l’occupazione e garantire al più ampio numero possibile di persone l’opportunità di ricostruire il proprio futuro”. (America Oggi)