Conte: sui migranti linea comune. Salvini? Parla da leader politico

Vertice a Palazzo Chigi. “Lui pone temi, ministri precisano”

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Alla vigilia dei vertici di Nato a Bruxelles e dei ministri degli Interni dell’Ue a Innsbruck, il governo cerca di chiudere su una “linea comune” dell’Italia sui migranti. E anche di disinnescare la ‘mina’ dei rapporti interni all’esecutivo, dopo gli scambi di dichiarazioni che nelle ultime ore hanno visto i ministri delle Infrastrutture e della Difesa, Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta, ribattere al vicepremier e titolare del Viminale, Matteo Salvini.

Sia Toninelli che la Trenta, insieme al collega degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, si sono incontrati oggi a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte. Una riunione a cui non era presente Salvini (c’era un suo consigliere) e che, nelle intenzioni del capo del governo, è servita a dare un “seguito operativo” alle conclusioni del Consiglio europeo, rendendone “attuativo il percorso”. Allo stesso tempo è stata messa nero su bianco una “programmazione” della strategia italiana per la soluzione della questione immigrazione. Una sorta di piano, che Salvini dovrà portare a Innsbruck, a nome di tutto il governo, che “mantiene posizioni ferme sul tema immigrazione”. Di questa “soluzione condivisa”, si era già parlato nel vertice di ieri e su questa i ministri sono tornati oggi. E non è escluso che la questione possa essere al centro di un nuovo incontro, domani mattina, tra Salvini e Conte, prima della partenza di quest’ultimo per Bruxelles.

Ma la preoccupazione di Palazzo Chigi, oggi, è soprattutto quella di stoppare l’immagine di un conflitto interno al governo tra Salvini, con i suoi toni accesi sui migranti, e gli altri ministri, a partire dalla Trenta e da Toninelli. Ieri erano stati smentiti screzi tra i titolari di Interni e Difesa, oggi è stato il ministro delle Infrastrutture a intervenire per smentire Salvini sul caso della Vos Thalassa. E’ stato solo un ‘fraintendimento’, fa sapere lo stesso Toninelli, che stamani alle 8.30 ha chiamato il leader della Lega, che aveva criticato l’intervento della Guardia costiera sulla nave che trasportava 67 migranti raccolti in acque libiche. “C’è stato – spiega Toninelli – un immediato allineamento. Salvini non era a conoscenza del caso, pensava che la Guardia costiera fosse intervenuta per una chiamata di salvataggio invece è stata una questione di ordine pubblico: è stata una operazione di polizia giudiziaria che porterà al fermo e, immagino, all’arresto di alcuni dei passeggeri che hanno minacciato di morte l’equipaggio, un fatto ben oltre la legalità”.

Incidente chiuso, dunque, anche se altri casi simili si riproporranno. Anzi sono destinati a diventare una dinamica tipica di questo governo e della maggioranza che lo sostiene. “E’ giusto – spiegano fonti di governo – che Salvini parli anche da leader politico ed è altrettanto giusto che un ministro possa sottolineare la sua competenza, ma non c’è nessuno screzio. C’è assoluta comprensione del fatto che ci sono due leader politici, Salvini e Di Maio, che hanno bisogno di porre i loro temi e ministri che devono sottolineare il loro ruolo. E’ una cosa – concludono le fonti – che per come è fatta questa coalizione sarà naturale: chi ha un ruolo politico forza, chi ha un ruolo istituzionale puntualizza”. Una sorta di ‘competition’ interna, che però alla lunga (se non è già avvenuto) può far nascere malumori, in particolare del M5s, per la sovra-esposizioni dei temi cari alla Lega rispetto a quelli che caratterizzano maggiormente i pentastellati. askanews