Continua nella notte Eurosummit, i leader ancora divisi

CRISI ELLENICA La prima preoccupazione greca per l’immediato è ottenere più liquiduità dalla Bce, con i prestiti di emergenza Ela mentre le banche sono a secco

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La riunione straordinaria dell’Eurosummit dedicata alla crisi greca continua a Bruxelles, con i capi di Stato e di governo dell’Eurozona divisi, come lo erano stati in precedenza i ministri delle Finanze nell’Eurogruppo, sull’atteggiamento da tenere verso Atene. La discussione fra leader del Diciannove è basata su una bozza dell’Eurogruppo, riguardante le condizioni chieste alla Grecia per iniziare i negoziati di un terzo programma di salvataggio finanziario, da finanziare con il Fondo salva Stati dell’Eurozona, l’Esm. La bozza contiene diversi passaggi controversi, in parentesi quadre, sui quali non c’era consenso fra i ministri finanziari, e su cui i capi di Sato e di governo stanno negoziando. L’obiettivo è arrivare a un testo consensuale, che permetta all’Eurosummit di dare il via libera ai nuovi negoziati con Atene, con lma riserva dell’approvazione dei parlamenti di alcuni paesi creditori, e in particolare del Bundestag tedesco.

I paragrafi in parentesi quadre, che probabilmente saranno modificati o cancellati nel testo finale, contengono le condizioni più dure, addirittura puntive, per la Grecia. Fra queste, le due proposte del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeube: l’ipotesi (finora un tabù per un documento dell’Ue, sebbene non ancora ufficiale) di una uscita della Grecia dall’euro, seppure su base temporanea; e la creazione, da parte di Atene, di un fondo di riscatto del debito a cui conferire beni da alienare per ben 50 miliardi di euro (una cifra probabilemente superiore agli asset alienabili di cui dispone la Grecia). Il fondo dovrebbe essere separato e indipendente, gestito dalle autorità greche, ma sotto la supervisione della Commissione Ue. Anche senza queste punte estreme, e senza contare tutte le altre parti fra parentesi quadre, la bozza dell’Eurogruppo è comunque durissima per la Grecia. Contiene tutte le riforme che erano state richieste dai creditori a fine giugno e poi bocciate dai greci nel referendum di domenica scorsa, più l’impegno ad approvarne alcune (la riforma del’Iva e delle pensioni, il nuovo Codice di Procedura civile) già entro il 15 giugno. E prevede anche l’umiliante ritorno ad Atene della troika, la missione tecnica dei creditori (Commissione Ue, Bce, Fmi) ora ribattezzata “le istituzioni”, con il compito di commissariare le politiche del governo che potrebbero avere un impatto sull’attuazione del nuovo programa di “salvataggio”.

Ad Atene, comunque quello che interessa è il “reprofiling” del suo debito, in particolare della parte di titoli di Stato detenuta dalla Bce (27 miliardi di euro) e dei prestiti dell’Fmi (19 miliardi). Il governo Tsipras punta, con il nuovo programma, a riscattare con i soldi dell’Esm questi 46 miliardi di euro, perché questo permetterebbe ad Atene di pagare interssi dello 0,65% invece che del 3,5%, e di allungare le scadenze a 50 anni. Difficile dire se la Grecia riuscirà a conseguire quest’obiettivo, ma pur di averlo sembra disposta ad accettare le condizioni durissime in discussione nella bozza dell’Eurogruppo. La riunione straordinaria dell’Eurosummit dedicata alla crisi greca continua a Bruxelles, con i capi di Stato e di governo dell’Eurozona divisi, come lo erano stati in precedenza i ministri delle Finanze nell’Eurogruppo, sull’atteggiamento da tenere verso Atene. La discussione fra leader del Diciannove è basata su una bozza dell’Eurogruppo, riguardante le condizioni chieste alla Grecia per iniziare i negoziati di un terzo programma di salvataggio finanziario, da finanziare con il Fondo salva Stati dell’Eurozona, l’Esm.

La bozza contiene diversi passaggi controversi, in parentesi quadre, sui quali non c’era consenso fra i ministri finanziari, e su cui i capi di Sato e di governo stanno negoziando. L’obiettivo è arrivare a un testo consensuale, che permetta all’Eurosummit di dare il via libera ai nuovi negoziati con Atene, con lma riserva dell’approvazione dei parlamenti di alcuni paesi creditori, e in particolare del Bundestag tedesco. I paragrafi in parentesi quadre, che probabilmente saranno modificati o cancellati nel testo finale, contengono le condizioni più dure, addirittura puntive, per la Grecia. Fra queste, le due proposte del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeube: l’ipotesi (finora un tabù per un documento dell’Ue, sebbene non ancora ufficiale) di una uscita della Grecia dall’euro, seppure su base temporanea; e la creazione, da parte di Atene, di un fondo di riscatto del debito a cui conferire beni da alienare per ben 50 miliardi di euro (una cifra probabilemente superiore agli asset alienabili di cui dispone la Grecia). Il fondo dovrebbe essere separato e indipendente, gestito dalle autorità greche, ma sotto la supervisione della Commissione Ue.

Anche senza queste punte estreme, e senza contare tutte le altre parti fra parentesi quadre, la bozza dell’Eurogruppo è comunque durissima per la Grecia. Contiene tutte le riforme che erano state richieste dai creditori a fine giugno e poi bocciate dai greci nel referendum di domenica scorsa, più l’impegno ad approvarne alcune (la riforma del’Iva e delle pensioni, il nuovo Codice di Procedura civile) già entro il 15 giugno. E prevede anche l’umiliante ritorno ad Atene della troika, la missione tecnica dei creditori (Commissione Ue, Bce, Fmi) ora ribattezzata “le istituzioni”, con il compito di commissariare le politiche del governo che potrebbero avere un impatto sull’attuazione del nuovo programa di “salvataggio”.

Ad Atene, comunque quello che interessa è il “reprofiling” del suo debito, in particolare della parte di titoli di Stato detenuta dalla Bce (27 miliardi di euro) e dei prestiti dell’Fmi (19 miliardi). Il governo Tsipras punta, con il nuovo programma, a riscattare con i soldi dell’Esm questi 46 miliardi di euro, perché questo permetterebbe ad Atene di pagare interssi dello 0,65% invece che del 3,5%, e di allungare le scadenze a 50 anni. Difficile dire se la Grecia riuscirà a conseguire quest’obiettivo, ma pur di averlo sembra disposta ad accettare le condizioni durissime in discussione nella bozza dell’Eurogruppo. Nel frattempo la prima preoccupazione greca per l’immediato è ottenere più liquiduità dalla Bce, con i prestiti di emergenza Ela mentre le banche sono a secco.