Dopo il netto rialzo della curva epidemica di ieri continuano a crescere i contagi Covid-19 nel bollettino sul Coronavirus in Italia. I dati di oggi del ministero della Salute e della Protezione Civile segnalano anche un leggero aumento dei decessi e dei ricoveri ordinari, mentre rimangono stabili le terapie intensive. “Cosa aspettarci è difficile dirlo – ha detto Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute – in base ai dati di oggi (ieri 26 ottobre, ndr) abbiamo iniziato a superare i 4.000 casi e questo non succedeva da tanto”, ma “siamo in una situazione migliore rispetto a altri Paesi europei, anche se non ci aspettiamo di arrivare a quella che viene definita immunità di gregge”.
In cifre, sono 4.598 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri 4.054) e 50 i decessi (ieri 48). È quanto emerge dal bollettino odierno del ministero della Salute. Dall’inizio dell’epidemia il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 è pari a 4.752.368, mentre da febbraio 2020 il numero totale delle vittime è pari a 131.954. Sono in tutto 4.545.049 le persone guarite o dimesse, mentre quelle attualmente positive sono in tutto 75.365, pari a +319 rispetto a ieri (+392 il giorno prima). Compresi quelli molecolari e gli antigenici, sono stati 468.104 i tamponi totali, ovvero 171.641 in meno rispetto ai 639.745 di ieri. Il tasso di positività aumenta all’1% (ieri era pari allo 0,6%). Sul fronte del sistema sanitario, le terapie intensive sono 341, stesso numero di ieri, con 27 ingressi del giorno, mentre aumentano i ricoveri ordinari: sono 11 in più (ieri +25), per un totale di 2.615.
Green pass sarà collegato a terza dose
Secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, “è ragionevole” ritenere che l’utilizzo e la validità del Green pass saranno collegate ad aver fatto una terza dose di vaccino anti Covid, di cui “è verosimile che tutti ne avremo prima o poi bisogno”. “Soprattutto – ha chiarito – dipenderà dalla circolazione del virus: se a un certo punto, grazie a una protezione di comunità, con il 90% di persone vaccinate, raggiungeremo una circolazione del virus molto bassa tutto questo decadrà, ma dipenderà anche da quanto succede intorno a noi”.
Sulla terza dose di vaccino anti Covid, ha ribadito Sileri, “dobbiamo aspettare che la scienza ci dica quali saranno le categorie che progressivamente ne avranno bisogno, ma è verosimile che tutti ne avremo prima o poi bisogno, soprattutto se si osservano i primi contagi in chi ha fatto le prime dosi a gennaio. Poi si deciderà se anche il Green pass andrà allungato come durata dopo la terza dose o meno, ma dipenderà dalla circolazione del virus”. E a proposito di Green pass, ieri ne sono stati scaricati 789.601 (lunedì erano stati 1.034.626). Sono così in totale 108.651.065 le Certificazioni verdi Covid-19 emesse a oggi, come emerge dalla Piattaforma nazionale DGC. Dei Green pass scaricati ieri, 581.393 (il 73,63%) derivano da tampone negativo, 204.681 da vaccino, 3.527 da guarigione.
GIMBE: non vaccinato 27% studenti 12-19enni, mantenere mascherine
La fondazione Gimbe pubblica il report “Sicurezza Covid-19 nelle scuole: dalle evidenze scientifiche al real world” da cui emergono diverse criticità: oltre il 27% della popolazione 12-19 anni (1.243.466 studenti) non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino e il 5,5% ha effettuato solo la prima dose; lo zoccolo duro di personale scolastico non vaccinato sfiora quota 6%; non è previsto uno screening periodico sistematico se non nelle scuole sentinella, di cui mancano i dati pubblici; il distanziamento interpersonale di un metro è regolamentato da un “obbligo flessibile” che lo rende inapplicabile nelle “classi pollaio”; troppe risorse per la disinfezione delle superfici e pochissime per sistemi di aerazione e ventilazione.
“In questo contesto, con la stagione invernale alle porte e l’aumento dei nuovi casi non ci sono le condizioni di sicurezza per abbandonare la mascherina in aula”, dice la Fondazione. Per Nino Cartabellotta, presidente GIMBE, “le evidenze scientifiche da un lato dimostrano che nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio, dall’altro suggeriscono che è possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale integrando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale”. Secondo i dati del report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel periodo 4-17 ottobre 2021, sono stati diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni 8.857 casi, di cui 99 ospedalizzati, 3 ricoveri in terapia intensiva e nessun decesso, con una progressiva riduzione – nelle ultime 4 settimane considerate dal report ISS – dell’incidenza dei casi di COVID-19 e delle ospedalizzazioni. Il report della Fondazione GIMBE “Sicurezza COVID-19 nelle scuole: dalle evidenze scientifiche al real world” sintetizza dati ed evidenze, rilevando le criticità attuali.
VACCINAZIONE STUDENTI – Al 25 ottobre 2021 il 67,2% della popolazione 12-19 anni (3.064.055) ha completato il ciclo vaccinale e il 5,5% (249.401) ha effettuato la prima dose. I ragazzi che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino sono 1.243.466 (27,3%), con percentuali di non vaccinati che vanno dal 19,6% della Regione Sardegna al 43,8% della Provincia autonoma di Bolzano. Peraltro, il trend della copertura vaccinale con almeno una dose nella fascia 12-19 anni, dopo il netto aumento a inizio giugno, ha progressivamente rallentato a partire dal mese di settembre, quando il valore era ancora inferiore al 70%.
VACCINAZIONE PERSONALE – Il 91,2% del personale scolastico ha completato il ciclo vaccinale e il 3% (45.945) ha ricevuto la prima dose di vaccino; sono in 90.002 (5,8%) a non aver ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali: dal 3% del Veneto al 21,1% della Provincia autonoma di Bolzano.
(figura 5). Da rilevare che il dato non viene aggiornato dal 1 ottobre 2021.
UTILIZZO DELLE MASCHERINE – Un rigoroso studio di simulazione dei Centers for Disease Control and Prevention ha dimostrato che a scuola, anche in condizioni di elevata immunità, l’uso della mascherina chirurgica riduce il rischio di trasmissione: “Fino a quando il tasso di copertura vaccinale fra studenti, personale scolastico e popolazione generale non avrà raggiunto percentuali più elevate – spiega Cartabellotta – anche considerando che nelle ultime due settimane il 60% dei casi diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni si è verificato negli under 12, l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti immunizzati è troppo rischiosa, oltre a porre problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale e generare, potenzialmente, il rischio di discriminazioni”.
SCREENING PERIODICO – Il Piano di monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 nelle scuole dell’Istituto Superiore di Sanità non prevede uno screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione che coinvolge circa 110mila studenti delle cosiddette “scuole sentinella” primarie e secondarie di primo grado, utilizzando test molecolare su campione salivare. Un test di facile utilizzo e non invasivo, ma – come rilevato dal report dell’European Centre for Disease Control and Prevention – con una bassa sensibilità (53-73%) in età pediatrica, peraltro condizionata dal metodo di raccolta del campione, a seconda che sia effettuata da operatori sanitari o tramite auto-raccolta. “Al fine di monitorare e valutare l’efficacia delle strategie attuate – sottolinea Gili – è indispensabile che vengano resi pubblici i dati provenienti da questi test di screening, oltre che il numero di studenti e classi progressivamente messi in quarantena”.
DISTANZIAMENTO SOCIALE – Il Protocollo di Intesa del Ministero dell’Istruzione prevede una “distanza interpersonale di almeno un metro, sia in posizione statica che dinamica, qualora logisticamente possibile”, ovvero definisce un obbligo flessibile, derogabile in presenza di limiti strutturali. Questo si verifica, in particolare, nelle classi molto numerose (“classi pollaio”) dove mantenere il distanziamento sociale può risultare sostanzialmente impossibile.
AERAZIONE E VENTILAZIONE DEI LOCALI CHIUSI – Nonostante le evidenze dimostrino che la trasmissione del SARS-CoV-2 avviene prevalentemente per aerosol, per GIMBE si continuano a investire troppe risorse nelle procedure di disinfezione delle superfici e pochissime nei sistemi di aerazione e ventilazione. Il Decreto Ripartizione che ha assegnato 350 milioni di euro alle scuole prevedeva l’acquisto di “strumenti per l’aerazione”, ma tale destinazione d’uso non è specificata nel DL 73/2021 che fa riferimento solo a interventi di piccola manutenzione. Di conseguenza, areazione e ventilazione sono affidate al mantenimento delle finestre aperte, la cui efficacia dipende dalla sensibilizzazione del personale scolastico e dalla ventilazione continuativa degli ambienti durante le attività, che non può non essere condizionata dalle condizioni metereologiche.
TRASPORTI PUBBLICI – La gestione dei mezzi pubblici non è stata inclusa nell’analisi sia perché non di competenza delle scuole, sia perché interessa quasi esclusivamente gli studenti della scuola secondaria di secondo grado.