Conto alla rovescia per la pizza patrimonio mondiale dell’Unesco

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Che la pizza fosse un patrimonio inestimabile della tradizione gastronomica italiana lo si è sempre saputo, ora però l’arte dei pizzaiuoli napoletani potrebbe “saltare il fosso” ed entrare a far parte, addirittura, della Lista rappresentativa dei Beni mondiali dell’Unesco divenendo “Patrimonio immateriale dell’Umanità”. Che piaccia a tutti, adulti e bambini, oltre ogni confine, è innegabile, prova ne è il pizza-party che ha avuto luogo di recente anche sulla Stazione spaziale internazionale con l’astronauta italiano dell’Esa, Paolo Nespoli, in orbita per la missione Vita dell’Asi e i suoi colleghi della expedition 52-53. L’attesa a Napoli è febbrile. Dopo la petizione a sostegno della candidatura che ha raccolto 2 milioni di firme, la decisione dei rappresentanti dei 24 Stati membri del Comitato Intergovernativo Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale, riuniti sull’isola di Jeju in Corea del Sud, è previsto per la notte del 7 dicembre, dopo un rinvio di qualche ora, deciso per le numerose candidature al vaglio degli esperti. In Corea del Sud, pronti a gioire di un eventuale successo e a dare la notizia in diretta agli italiani ci sono il presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio e l’ambasciatrice Vincenza Lomonaco, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unesco. Tra i sostenitori dell’iniziativa anche il sindaco di New York Bill de Blasio, amico personale di Gino Sorbillo, uno dei più famosi e rinomati pizzaiuoli napoletani.