Contrada non andava condannato. L’ex dirigente Sisde: “Ora lo Stato deve dire di avermi condannato da innocente”
E’ quanto dispone la sentenza emessa a Strasburgo: l’Italia ha violato l’articolo 7 della Convenzione europea dei diritti umani
di Enzo Marino
Bruno Contrada, 84 anni, non avrebbe dovuto essere condannato perché all’epoca dei fatti (1979-1988) il reato per il quale è stato ritenuto colpevole (concorso esterno per associazione mafiosa) non era ben definito dalla legge. Per questa ragione, la Corte europea dei diritti dell’uomo, unanimamente, condannato lo Stato a versare 10mila euro per danni morali. Secondo la sentenza emessa a Strasburgo, l’Italia ha violato l’articolo 7 della Convenzione europea dei diritti umani (nessuna pena senza una legge). Una vicenda giudiziaria che dura da 23 anni. Arrestato per la prima volta la vigilia del Natale ’92, l’anno delle stragi palermitane. “Certo è importante la sentenza di Strasburgo, secondo cui non dovevo essere condannato – afferma Contrada all’Adnkronos – ma mi interessa quella italiana. Deve essere un tribunale italiano a dire che sono stato condannato e messo in prigione da innocente”. Secondo la sentenza della corte il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è stato riconosciuto chiaramente all’interno dell’ordinameno negli anni 80 e si è consolidato nel 1994 ma “non era sufficientemente chiaro” all’epoca dei fatti imputati all’ex capo della mobile di Palermo, tra il 1979 e il 1988. In sostanza, condanna illegittima.
LA DIFESA “Finalmente qualcuno ha creduto all’innocenza di Contrada, e all’inesistenza del reato di concorso esterno in associazione mafiosa per il quale e’ stato condannato ingiustamente. Io ci ho sempre creduto, tanto che ho presentato quattro istanze di revisione del processo. L’ultima sara’ discussa il 18 di giugno a Caltanissetta. Speriamo sia la volta buona”. Questo il commento di Giuseppe Lipera, il difensore dell’ex numero 3 del Sisde, che ha informato telefonicamente Contrada. “Non so come quest’uomo abbia potuto vivere con questo peso cosi’ grande sulle sue spalle”, ha concluso Lipera.