Contrasse epatite C dopo in seguito a trasfusione, maxi risarcimento agli eredi
Il Ministero della Salute dovrà sborsare oltre 800 mila euro
Il Ministero della Salute dovra’ versare un risarcimento danni di oltre 800 mila euro agli eredi di un uomo che contrasse l’epatite C in seguito a una trasfusione. Lo ha deciso il Tar del Piemonte lo scorso 17 aprile. Francesco Simeoni, cuneese, nel 1994 si sottopose a una trasfusione di sangue in una casa di cura torinese, contraendo l’epatite C. Da quel momento per l’uomo comincia un lungo calvario che si conclude nel 2008, quando muore a soli 63 anni. I figli della vittima decidono allora di conferire un incarico alla Fondazione italiana risparmiatori, per agire legalmente contro il Ministero della Salute, al fine di ottenere il danno subito dal padre e il danno da perdita del rapporto parentale.
“Confermando la sentenza di primo grado del Tribunale di Cuneo – spiega l’avvocato Andrea Fabio Ferrari – il Tar ha condannato il Ministero della Salute al risarcimento della somma. La commissione medica del Ministero della Difesa di Torino, a seguito dell’istanza presentata dal paziente, ha accertato nel 2006 il nesso di causalita’ tra le emotrasfusioni praticate e l’epatopatia da virus C. Nel 2013 il Tribunale di Torino ha quindi condannato il Ministero, per mancata vigilanza sulle sacche di sangue infetto, al risarcimento dei danni subiti per la somma di 800 mila euro oltre interessi. Dopo cinque anni di attesa e’ stato interpellato il Tar del Piemonte, che ha dichiarato l’obbligo del Ministero al pagamento entro 60 giorni”. [irp]