Una delle personalità su cui saranno più appuntati gli occhi è la sorella minore di Kim Jong Un, Kim Yo Jong, che molti considerano particolarmente ascoltata dal giovane Maresciallo e qualcuno presume destinata a essere “promossa” in questa tornata. Il Congresso dovrà stabilire i nominativi del Comitato centrale del Partito, dal quale emergerà un Politburo e il Presidium. Si tratta del “sancta sanctorum” del regime. Gli osservatori si sono applicati nel capire se questa convocazione del raro Congresso – è solo il settimo nella storia della Corea del Nord – indichi un rafforzamento del partito rispetto alle forze militari dopo che il padre dell’attuale leader, Kim Jong Il aveva imposto una dottrina sulla priorità militare, denominata “Songgun”. La parola d’ordine imposta da Kim Jong Un al suo congresso è invece “Byungjin”, che indica lo sviluppo parallelo tra la potenza nucleare e lo sviluppo economico. Si tratta di una linea strategica apparentemente contraddittoria e irrealizzabile: come conciliare l’allocazione di consistenti risorse nello sviluppo di armi sempre più sofisticate e la necessità di utilizzarle per sfamare una popolazione che ancora oggi deve far ricorso ampiamente all’aiuto alimentare estero nonostante il presunto mini boom economico che qualche osservatore internazionale ritiene di intravedere. A peggiorare questa contraddizione, il fatto che i ripetuti test nucleari e missilistici realizzati da Pyongyang hanno spinto la comunità internazionale a inasprire le sanzioni economiche contro il regime a un livello mai visto finora, anche con l’assenso della Cina, il tradizionale alleato della Corea del Nord, oggi sempre più lontano e irritato per la iattanza con la quale il giovane leader di Pyongyang non ascolta i suoi richiamo alla ragionevolezza.