Corona chiede scusa al pg: parole dettate dalla rabbia

L’ex re dei paparazzi, che si è presentato in Tribunale insieme a suo figlio di 16 anni

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All’ultima udienza, il 5 giugno scorso, aveva attaccato il magistrato della procura generale di Milano che aveva chiesto di condannarlo a 2 anni e 9 mesi di carcere per il caso del cosiddetto tesoretto da 2,6 milioni in contanti sottratto al fisco: “Il pg non ha capito un cazzo”, si era sfogato fuori dall’aula. Oggi Fabrizio Corona ha voluto prendere la parola nell’aula del processo d’appello che lo vede imputato per intestazioni fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e violazione delle norme patrimoniali relative alle misure di prevenzione per chiedere “scusa alla Corte e al procuratore generale”.

L’ex re dei paparazzi, che si è presentato in Tribunale insieme a suo figlio di 16 anni (rimasto fuori dall’aula perché minorenne) ha chiarito che le sue sono state “parole dettate dalla rabbia” sottolineando di essere “molto più sereno rispetto alla scorsa udienza”. La sentenza del secondo grado di giudizio è attesa nel pomeriggio. I giudici della Corte d’Appello di Milano dovranno stabilire se accogliere la richiesta di condanna a 2 anni e 9 mesi di carcere avanzata dal sostituto pg Maria Pia Gualtieri oppure se assolverlo, così come chiesto dalla difesa rappresentata dagli avvocati Ivano Chiesa.

Il processo di primo grado si era concluso con una condanna “light”: 1 anno di carcere, contro i 4 chiesti dalla pubblica accusa, con il collegio presieduto dal giudice Guido Salvini che lo aveva assolto da tutte le accuse, condannandolo per un illecito fiscale.  Secondo la difesa, Corona aveva nascosto 1,7 milioni di euro in contanti nel controsoffitto dell’appartamento della sua storica collaboratrice, Francesca Persi, e altri 860 mila euro in due cassette di sicurezza di una banca di Innsbruk, in Austria, semplicemente perchè, come ha affermato in aula l’avvocato Chiesa, “non voleva pagare le tasse.

Lo hanno beccato e ha pagato fino all’ultimo centesimo”. Corona, ha aggiunto il legale, “ha pagato in 8 anni 12 milioni di euro di tasse allo Stato italiano”. L’accusa di intestazione fittizia di beni è “un’autentica invenzione”, ha aggiunto il legale sottolineando che “in Italia c’è un mucchio di gente che non paga le tasse. Corona – ha concluso – è l’unico ad aver fatto 16 mesi di carcere in questo Paese per un illecito fiscale”.