Corona: lasciatemi la casa. La difesa: fu gradasso non farabutto, dissequestrate i beni di Fabrizio

Il tribunale si è riservato, annunciando il deposito della decisione entro novanta giorni

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“Fabrizio Corona ha commesso cinque reati in un anno e mezzo perché era tossicodipendente. E’ dal 2007 che non commette reati e questo è un dato di fatto. Non è un delinquente né un evasore dato che ha pagato nove milioni di euro in dieci anni, di cui cinque li ha passati in carcere. La gente ha capito che non è un farabutto ma ha fatto solo lo sciamannato con delle belle ragazze, ha fatto il gradasso, ha esagerato, ha fatto il ‘ganassa’ (‘sbruffone’ in dialetto milanese, ndr). Ha sbagliato dieci anni fa, ora lasciamolo ripartire, basta rovinargli la vita, diamogli la possibilità di chiudersi la finestra dietro le spalle e di ripartire”. E’ uno dei passaggi dell’arringa dell’avvocato Ivano Chiesa, che insieme al collega Luca Sirotti, difende l’ex agente fotografico che oggi è apparso davanti ai giudici della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano. Ricordando che si tratta di un istituto dell'”epoca fascista”, Chiesa ha definito le misure di prevenzione come “napalm e armi letali indegne di un Paese civile”.[irp]

I legali hanno chiesto il dissequestro dell’abitazione di via de Cristoferis a Milano di Corona e dei circa 2,6 milioni di euro sequestrati, e che non gli venga confermata e aggravata la misura della sorveglianza speciale. In subordine, di accogliere la richiesta della procura di confiscare la casa e poco meno di 800mila euro (“pari all’ammontare delle somme evase”). Dopo gli avvocati, ha preso la parola Corona che si è rivolto ai giudici chiedendo di lasciargli la casa, spiegando che in caso di confisca (come chiesto dal procuratore aggiun

to Alessandra Dolci) lo Stato ci ricaverebbe al massimo 1,25 milioni di euro (il valore periziato), mentre lui riuscirebbe a ricavarci anche 2,5 milioni di euro “che la mia società userebbe per pagare le tasse che deve ancora versare”. Il tribunale si è riservato, annunciando il deposito della decisione entro novanta giorni.[irp]