Cronaca

Coronavirus: 12 ricoverati a Roma per eseguire i test, 20 sotto osservazione

Due casi positivi al coronavirus a Roma, 12 pazienti ricoverati e altri 20 in osservazione. Tutte persone provenienti dalla Cina. Si parte dai due cittadini cinesi che si trovavano a Roma per turismo, risultati positivi al coronavirus. “La moglie – si legge nel bollettino medico – di 65 anni, attualmente è in condizioni cliniche discrete, e presenta un iniziale interessamento interstiziale polmonare, febbricola e congiuntivite bilaterale”. Mentre il marito, “di 66 anni, attualmente è anche lui in condizioni cliniche discrete, pur presentando un interessamento polmonare più pronunciato, con febbre, tosse e astenia”. I medici rassicurano anche rispetto alla psicosi “da tour”: i due erano in un torpedone di turisti cinesi, e hanno toccato nel loro viaggio diverse città d’Italia, per giungere a Roma da Parma, però, da soli in un’auto a noleggio.

“I cittadini devono stare tranquilli perché il rischio reale di trasmissione si verifica con persone sintomatiche appena i due turisti hanno avuto i sintomi sono state seguite tutte le procedure. Siamo quasi del tutto tranquilli che non ci siano stati altri contagi”, ha sottolineato Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dello Spallanzani. Nell’ospedale, intanto, in molti sono sotto osservazione: in 12, di ritorno dalla Cina, sono stati ricoverati per eseguire il test, in quanto presentano moderati sintomi. Altri 20, totalmente asintomatici, sono comunque in ospedale perché sono stati a contatto con i due turisti cinesi (si tratta in sostanza dell’intera comitiva, oltre all’autista che li ha portati da Parma a Roma). Per altri 9 invece la paura è già finita: dopo il test, negativo, sono stati dimessi. Ma la paura è più contagiosa del virus, almeno in questa fase: un altra persona con sintomi sospetti è stata prelevata dal 118 al centro di Roma e portata d’urgenza allo Spallanzani, così come un possibile caso è stato riscontrato a Frosinone, mentre impazzano le segnalazioni di falsi allarmi in tutta Italia.

Un bar a Fontana di Trevi è arrivato ad affiggere un cartello di divieto di ingresso ad avventori cinesi, poi rimosso. Dalle istituzioni, ma anche dai medici, arrivano comunque messaggi tranquillizzanti: “Alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale dell’OMS abbiamo attivato gli strumenti normativi precauzionali previsti nel nostro Paese in questi casi, come già avvenuto nel 2003 in occasione dell’infezione Sars. Le misure assunte sono di carattere precauzionale e collocano l’Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale”, ha scandito il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha anche invitato a evitare “fake news e inutili allarmismi”, lanciando anche un appello all’unità del Paese “contro le speculazioni”, chiaro riferimento alle polemiche politiche di questi giorni. Per affrontare in modo coordinato l’epidemia è stato nominato commissario all’emergenza coronavirus il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, la comunità cinese di Roma si dice preoccupata per un contagio ben più insidioso: “Forme di discriminazione nei nostri confronti ci sono, e sono sempre meno isolate, ma almeno in minima parte le capisco. Sempre di più con il trascorrere dei giorni, perché non sono solo gli italiani ad avere paura. Ne hanno, e tanta, anche i cinesi”.

Intanto, è salito a 258 il bilancio ufficiale delle vittime in Cina del Coronavirus. Lo ha annunciato il governo di Pechino, aumentando di 45 decessi il precedente bollettino ufficiale che era a quota 213. Mentre il Centro nazionale di controllo delle malattie e di prevenzione degli Stati Uniti ha confermato sette  casi di Coronavirus conclamato. il nuovo contagio accertato a Santa Clare, in California: si tratta di un uomo che ha da poco fatto ritorno da Wahun. A questo punto, gli Stati Uniti hanno dichiarato lo stato di “emergenza sanitaria pubblica”. Diverse le misure di sicurezza e prevenzione adottati, comunicati dal ministro della sanità Alex Azar. Fra cui il divieto di ingresso a tutti i cittadini stranieri che si sono recati in Cina negli ultimi 15 giorni e una quarantena di due settimae per tutti gli americani di rientro dallo Hubei, la regione della Cina dove si trova Wuhan.

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