Restano 22 i detenuti ancora da rintracciare dopo la rivolta e l’evasione nel carcere di Foggia che ha portato alla fuga di 80 detenuti. Un altro fuggitivo si è costituito alle forze di polizia mentre tra le persone ancora da rintracciare resta anche un omicida. Altri, invece, risulterebbero affiliati alle organizzazioni criminali della zona. Intanto, dopo le violenze di ieri, la situazione nel penitenziario è tornato sotto controllo.
E’ andata avanti tutta la notte invece la protesta dei detenuti del carcere Ucciardone di Palermo, in rivolta dopo le decisioni del governo che limitano i colloqui familiari, nell’ambito del decreto per l’emergenza coronavirus. I detenuti del penitenziario borbonico hanno dato fuoco a cuscini, lenzuola, e battuto per ore oggetti contro le sbarre e le finestre sollevando fortissimi rumori che si sono sentiti in tutta la zona del porto. Nel pomeriggio un tentativo di fuga era stato sventato dalle forze dell’ordine. Una situazione che ha coinvolto anche altre carceri italiane, compreso l’altra casa circondariale di Palermo, il Pagliarelli con i poliziotti e i carabinieri costretti a vigilare in assetto anti sommossa.
Come anche a Genova, dove nuove proteste ieri sera si sono registrate nel carcere di Marassi contro le limitazioni ai colloqui con i familiari per contenere la diffusione del coronavirus. Alcuni detenuti hanno sbattuto pentole e posate sulle sbarre delle celle, dato fuoco a giornali e lanciato oggetti nei corridoi delle sezioni. Nel frattempo, all’esterno del carcere, un gruppo di anarchici ha manifestato la propria solidarietà ai detenuti, incitandoli a continuare le proteste. Grazie anche alla mediazione della direzione dell’istituto, la situazione è poi tornata lentamente alla normalità.
Tre morti, uno in rianimazione e ben quattro ricoverati è invece il bilancio della rivolta all’interno del carcere di Rieti. Lo riferisce Gennarino De Fazio, per la Uilpa Polizia Penitenziaria nazionale sottolineando che ieri il penitenziario reatino, al pari di molte altre carceri del Paese, è stato devastato e l`infermeria è stata saccheggiata dai reclusi. “Sono settimane che chiediamo una task force sulle carceri al ministro della Giustizia, ma lui l`ha annunciata solo ieri sera, minimizzando ancora il fallimento della conduzione del suo dicastero e delle carceri. Adesso non è più tempo di task force, soprattutto se coordinate da chi ha palesato incapacità e incompetenze specifiche. I disordini, le rivolte, vanno avanti ovunque: Bologna, Isernia, Siracusa, Larino, solo per citare alcune carceri; mentre si continuano a contare i morti rispetto ai quali, se non ci sono responsabilità penali, non possono sfuggire quelle morali e politiche”, afferma. “Ripeto l`appello nella speranza che qualcuno lo raccolga prima che sia troppo tardi: la Presidenza del Consiglio dei Ministri assuma direttamente, pro-tempore, la gestione delle carceri. Capiamo il momento, comprendiamo l`emergenza generale del Paese, ma non giustifichiamo affatto l`assenza anche del Presidente Conte su questo tema che pure ieri sera, in conferenza stampa, non ha speso una parola sulle carceri. Ora anche il Presidente deve dare un segnale, che batta un colpo!”, conclude.
Intanto, l’assessore regionale del Lazio alla Sanità, Alessio D’Amato fa sapere che “ho appreso dal direttore generale della Asl di Rieti la totale devastazione dell’infermeria del carcere con la sottrazione di tutti i farmaci. 6 detenuti sono stati portati in ospedale, 3 in terapia intensiva, 1 trasferito al Gemelli”.