Coronavirus come la spagnola, ma non così cattivo

3 febbraio 2020

Il coronavirus è come l’influenza spagnola, per il grado di letalità finora piuttosto basso, ma è sconosciuto al nostro sistema immunitario perché ha appena fatto il “salto di specie”, dall’animale all’uomo, e quindi è più pericoloso di altri virus. Ad affermarlo è Pasquale Ferrante, virologo e direttore scientifico dell’Istituto clinico Città Studi Milano (Iccs). “Dove si colloca il coronavirus? Sembrerebbe non avere un’elevata letalità, dicono un po’ tutti gli esperti italiani e stranieri. La letalità è il numero di soggetti che muore sul totale dei soggetti ammalati, nel coronavirus la letalità è del 2-3%”, ha spiegato.

“Chiaramente una letalità di questo tipo può non sembrare preoccupante, dipenderà da quante persone si infettano, perché se si infettano milioni di persone possiamo avere questo tipo di problema. Piuttosto paragonerei questo coronavirus alla famosa spagnola, l’influenza spagnola che ha colpito dal 1918 e che fece 20-30 milioni di morti in giro per il mondo pur avendo una letalità non particolarmente elevata”, ha sottolineato.
“Il coronavirus non è un virus particolarmente cattivo, diabolico e così via… È un virus che sicuramente fa danni, tra l’altro questo è normale, perché è un virus che ha appena fatto il salto di specie, cioè è passato dall’animale all’uomo, in questa occasione, ogni volta che un virus è completamente nuovo per gli esseri umani tende a essere più pericoloso degli altri”, ha aggiunto. Per avere un vaccino sicuro contro il coronavirus serviranno parecchi mesi, dice l’esperto: “Il vaccino deve essere efficace, ma deve essere anche assolutamente sicuro”.

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