Coronavirus e guerra, Unhcr lancia l’allarme: in Libia si rischia “catastrofe umanitaria”

Coronavirus e guerra, Unhcr lancia l’allarme: in Libia si rischia “catastrofe umanitaria”
4 aprile 2020

L’inasprirsi del conflitto e la minaccia posta dal Covid-19 aggravano la crisi in Libia, dove si rischia una “catastrofe umanitaria”. Questo l’allarme lanciato dall’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr), a un anno dal lancio dell`offensiva militare da parte di Khalifa Haftar su Tripoli. “Da aprile dell`anno scorso più di 300 civili sono rimasti uccisi e altre 150.000 persone sono state costrette alla fuga – si ricorda in una nota – nonostante l`accordo provvisorio di tregua umanitaria, nell`arco dell`ultima settimana gli scontri si sono intensificati in modo significativo. Inoltre, il deteriorarsi della situazione ha messo a rischio le possibilità di decine di migliaia di sfollati di fare ritorno in condizioni sicure verso le proprie aree di origine”. Intanto le autorità hanno confermato 10 casi di Covid-19 e un decesso. A fronte di tale situazione, il capo missione Unhcr, Jean-Paul Cavalieri, ha ammonito: “Insieme al conflitto in corso, la diffusione del COVID-19, se non contenuta, potrebbe causare in Libia una catastrofe umanitaria”.

“La vita quotidiana delle persone sta divenendo sempre più difficile in Libia – ha affermato Cavalieri – molti, tra cui sfollati libici, rifugiati e richiedenti asilo, non hanno un alloggio adeguato e vivono in condizioni di sovraffollamento con accesso limitato a servizi igienico-sanitari. I prezzi di affitti, alimenti e carburanti hanno subito un`impennata ed è necessario far fronte a serie difficoltà per soddisfare le esigenze essenziali”. Il perdurare del conflitto ha colpito gravemente le capacità del sistema sanitario e dei servizi medici del Paese, i quali dispongono di risorse finanziarie limitate e devono far fronte alla carenza di attrezzature e farmaci essenziali. Inoltre, si ricorda nella nota, numerosi ospedali e ambulatori situati in aree prossime al conflitto sono stati danneggiati o hanno chiuso.

Da parte loro, l`Unhcr e i partner stanno fornendo generatori, ambulanze, alloggi container e cliniche da campo a sostegno dei servizi di assistenza sanitaria locali. L`Agenzia Onu, inoltre, sta svolgendo attività di sensibilizzazione in materia di salute pubblica tra rifugiati, richiedenti asilo e cittadini libici mediante poster, sms e social media, al fine di attenuare i rischi di esposizione al COVID-19. Insieme ad altre agenzie umanitarie, l`Unhcr ha lanciato un appello alle autorità libiche affinché assicurino l`accesso e l`inclusione di tutti i gruppi che compongono la popolazione presente in Libia ai piani e alle attività di sorveglianza, preparazione e risposta sanitaria. L’Agenzia ha inoltre rinnovato gli appelli per il rilascio secondo procedure ordinate di quanti sono trattenuti in stato di detenzione. Richiedenti asilo e rifugiati, detenuti in quanto privi di documenti legali, sono particolarmente vulnerabili ed esposti, date l`inadeguatezza dei servizi igienico-sanitari, l`assistenza medica limitata e le condizioni di sovraffollamento in cui vivono. Molti centri di detenzione, inoltre, sono situati in prossimità del fronte degli scontri.

L’Unhcr ha inoltre espresso particolare preoccupazione per la crescente carenza di alloggi a prezzi abbordabili e per l`aumento dei costi degli affitti, in una fase in cui un ulteriore numero di libici è stato costretto a fuggire, anche per la seconda volta da casa e a cercare nuovi alloggi in affitto. Tale situazione, sottolinea l’Agenzia Onu, ha colpito particolarmente i rifugiati e i richiedenti asilo che non sono in grado di trovare un lavoro regolare. Le testimonianze dei rifugiati raccolte dall`Unhcr riferiscono che i prezzi di affitto di una camera singola sono aumentati di sei volte, mentre quelli per un`intera abitazione sono triplicati. Molti vivono in edifici affollati, non terminati e privi di arredo o all`interno di garage, a volte arrivando a condividere lo spazio di una singola stanza con dieci persone. In alcune aree della città in prossimità del fronte dei combattimenti, le persone stanno faticando enormemente anche ad avere accesso ai beni essenziali e ai servizi pubblici, oltre che a trovare lavoro. La situazione di instabilità, inoltre, ha prodotto un aumento dei casi di criminalità, in particolare di rapine e aggressioni mirate.

Nella nota si ricorda che l’Unhcr continua a operare in Libia per contribuire ad assicurare protezione e assistenza a rifugiati, richiedenti asilo, libici sfollati interni e rimpatriati, precisando però che gli interventi sono stati seriamente ostacolati dai severi protocolli di sicurezza in materia di circolazione e dalla ridotta presenza del personale sul campo. Nell`arco degli ultimi dodici mesi, si precisa, l`Unhcr ha assicurato consulenza medica a più di 25.500 persone, distribuito beni di prima necessità a oltre 42.700 persone, ed erogato assistenza in denaro contante a quasi 2.500 persone. L`Agenzia, inoltre, ha sostenuto 37 progetti volti a promuovere la coesistenza pacifica tra rifugiati, sfollati libici, rimpatriati e comunità di accoglienza, anche mediante il ripristino di infrastrutture sociali quali le strutture sanitarie e quelle scolastiche. In conclusione, l’Unhcr ha rilanciato l`appello del Segretario generale Onu, António Guterres, a tutte le parti in conflitto nel mondo a cessare le ostilità a sostegno della risposta alla minaccia della pandemia da Covid-19. askanews

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